Banca dei Valori Umani
Perchè una Banca dei Valori Umani?
Proposte per un modello economico di trasformazione sociale responsabile

Nessuno di noi è soddisfatto del panorama economico che ci circonda: anche se mettiamo da parte le evidenti sperequazioni tra il nord e il sud del mondo – che a questo punto cessa di essere un luogo geografico per assumere la forma di area valutabile in dollari per abitante, – ci troviamo davanti allo spettacolo strano di immense cifre di denaro investite in servizi (spesso assolutamente banali) al consumatore, in stratosferiche parcelle per professionisti del calcio, della tv, della politica, oltre a quello di giganti commerciali che combattono guerre planetarie intorno a oggetti praticamente inutili come zainetti per bambini, panini, tariffe telefoniche, abiti e tanto altro. Il tutto mentre la disoccupazione cresce, la concentrazione di capitali si moltiplica, la qualità della vita peggiora.

Ci si potrebbe chiedere allora: ma l’economia che fa? Di cosa si occupa oggi? C’è ancora la professione dell’economista o siamo arrivati agli scrittori di fantascienza e al resoconto statistico di quanto succede nelle diverse aree di mercato?

Nessuno, tra quelli che dovrebbero, mette più seriamente in dubbio i fondamenti del sistema attuale e sono rimasti solo i radicali, gli attivisti, gli alternativi a provare a capire cosa non va e porre rimedio: i governi seguono i pareri degli economisti che si rifanno a quelli dei governi e quando intendono cambiare le cose, utilizzano quegli stessi strumenti che hanno creato i problemi, come la moneta svalutabile, i dazi, il protezionismo, le tasse e i tributi.

Quando le situazioni saltano e arrivano a maturare le conseguenze previste, è necessario rivedere gli schemi di pensiero e di azione: occorre cambiare, non attivare soluzioni di compromesso che ora non fanno che esacerbare le condizioni.

Bisogna mettere le mani proprio dove nessuno intende metterle: aggiustare la convenzione monetaria, rivedere il concetto di partecipazione lavorativa, cambiare gli atteggiamenti di consumo, premiare i comportamenti virtuosi per tutti non solo per il singolo o la singola impresa. Solo questo sarebbe materia sufficiente per creare un partito politico già più interessante di qualunque altro al momento.

Ma dobbiamo aggiungere un altro elemento: assicurare l’accesso al credito a chiunque intende compiere qualcosa di importante per la società.
Questo è ben diverso dal regalare denaro, poco e insufficiente per il cambiamento; significa ricostituire il sistema di scambio così che il mercato possa riconoscere le best practices e le good performances direttamente sui valori umani e non sulla convenienza che toglie ai nipoti a favore dei nonni.

Per tutte queste cose, serve proprio la Banca dei Valori Umani.

Francesco Bernabei

Info:
Francesco Bernabei, Responsabile dell'ufficioeconomia