Critique is not enough
Una mostra di Cittadellarte alla Shedhalle, Zurigo, 14 febbraio - 13 aprile 2003
L'arte per una nuova agorà in mostra alla Shedhalle di Zurigo, a cura di Dagmar Reichert

CRITIQUE IS NOT ENOUGH
Shedalle – Zurigo, 14 febbraio – 13 aprile 2003

Cittadellarte nel 2002 aveva ospitato la mostra “La Nuova Agorà”, curata da Dagmar Reichert, ricercatrice e docente di geografia umana all’Università di Arte e Design di Zurigo, che documentava concrete iniziative che avvengono all’interno dei diversi settori della società contemporanea e che creano luoghi di incontro e scambio che attraversano i confini settoriali. La mostra si era focalizzata sui progetti che, superando il livello di critica e procedendo verso azioni e interventi propositivi, realizzavano una nuova agorà, un luogo di partecipazione attiva della comunità al dibattito pubblico.
La stessa mostra, con alcune variazioni e tre giorni di workshop, viene trasferita, un anno dopo, alla Shedhalle (www.shedhalle.ch) di Zurigo (dal 14 febbraio al 13 aprile) assumendo un nuovo titolo: “Critique is not enough”.
Criticare non è oggi sufficiente: l’arte che fa critica è quella che si trova già nei musei. Nel suo impegno verso la società l’arte deve diventare propositiva.
“I lavori presentati – spiega Dagmar Reichert – vanno al di là della pura critica delle istituzioni sociali, cercando nuove collaborazioni o nuovi modi di reagire”.

 

 

Tra gli artisti partecipanti:
Tal Adler, Sabina Baumann, Michael Blum, Calc, Casual Group, Armin Chodzinsky, David Dellafiora, Julius Deutschbauer / Gerhard Spring, Leopold Kessler, Relax, Juan Esteban Sandoval, «Transnational Republic», Marion von Osten.

 

“Critique is not enough (La critica non è sufficiente)”

“L’arte non è sufficiente” è stato dichiarato nel 1997 e la Shedhalle di Zurigo ha presentato un’arte che ha analizzato criticamente i processi sociali. Da allora il concetto “la critica non è sufficiente” è diventato chiaro. Posizioni estreme per la critica non sono più credibili, le obiezioni critiche sono state capitalizzate come fattori di produzione, un’arte critica si è integrata nelle offerte per il tempo libero dei musei e delle mostre… Nel suo impegno verso la società, l’arte deve diventare più profonda. Ma come essere maggiormente coinvolti senza essere privati delle proprie forze? Quali strategie, quali possibili punti di partenza, quale fiducia in sé è necessaria…?
Questa mostra alla Shedhalle riunisce ricerche ed esperimenti su tali temi. Presenta ventisette lavori di partecipanti provenienti dall’Europa e da oltreoceano, che vanno al di là della pura critica delle istituzioni sociali cercando nuove collaborazioni o nuovi modi di reagire. Questi lavori sono organizzati in sei sezioni tematiche: cultura di produzione, arte ed economia, slittamenti interculturali, politiche alternative, arte crea spazi, arte e mass media.
La mostra è stata ideata per Cittadellarte – Fondazione Pistoletto, dove è stata presentata nell’estate 2002. Ora può essere vista in una forma leggermente modificata alla Shedhalle di Zurigo. Questa volta alla mostra si sono aggiunti tre giorni di workshop.
Nel workshop dal titolo Politics of Art – Politiche dell’arte, gli artisti presentano i propri lavori sul “progetto incompleto di democrazia ” per il quale non si sono limitati alla riflessione, ma si preparano ad entrare attivamente nell’arena politica con nuove associazioni o partiti. I politici e i visitatori sono invitati a discutere queste iniziative.
Un secondo workshop pone l’attenzione sul rapporto tra il valore economico e il valore culturale. Che cosa significa “valore” in un’economia occidentale del desiderio? Che cosa significa “valore” in una economia che produce non solo prodotti, ma anche dei segni sempre più importanti? In questo workshop gli artisti discutono sul loro ruolo all’interno del sistema economico che essi stessi criticano. Costituiscono realmente “l’avanguardia dell’economia”?
Un workshop conclusivo dal titolo Critique is not enough – La critica non è sufficiente è stato organizzato per valutare le esperienze fatte durante la mostra. Forse questo è un inizio – l’inizio di una futura mostra nell’anno 2009, durante la quale si dirà “… non è sufficiente “. Che cosa allora si rivelerà non sufficiente?
Dagmar Reichert