Arte al Centro 2010
di una Trasformazione Sociale Responsabile
Il 25-26 giugno 2010, in occasione della XIII edizione dell’annuale rassegna internazionale “Arte al Centro”, che si focalizza sulla dimensione dell’arte in rapporto al processo trasformativo della società, Cittadellarte-Fondazione Pistoletto inaugura nei propri spazi espositivi:
Wael Shawky “Contemporary Myths”
Mostra personale a cura di Judith Wielander
“Practicing Memory in a time of an all-encompassing present”
Mostra collettiva a cura di Matteo Lucchetti
Con: Francesco Arena, Rossella Biscotti, Beatrice Catanzaro, Chto Delat, Michelangelo Consani, Danilo Correale, Dora Garcia, André Guedes, Shilpa Gupta, Rabin Mroué, Nikolay Oleynikov, Wendelien Van Oldenborgh, Mirko Smerdel, Société Réaliste, Stefanos Tsivopoulos e Vangelis Vlahos

“visible – where art leaves its own field and becomes visible as part of something else”

Progetto editoriale di Cittadellarte e Fondazione Zegna a cura di Angelika Burtscher e Judith Wielander


Venerdì 25 Giugno 2010
Cittadellarte-Fondazione Pistoletto

• ore 15.00 - sala Nova Civitas
incontro pubblico: Wael Shawky in dialogo con Michelangelo Pistoletto
Modera: Antonella Parigi

• ore 17.00 - sala Nova Civitas
incontro pubblico: presentazione della pubblicazione “Visible – where art leaves its own field and becomes visible as part of something else” Cecilia Canzani, Anna Colin, Hu Fang, Emiliano Gandolfi, Julieta Gonzalez, Raimundas Malasauskas, Mihnea Mircan, Gabi Ngcobo & Elvira Dyangani Ose
moderano: Judith Wielander e Angelika Burtscher

• ore 19.00 - Tettoia del Mercato
Opening


inaugurazione mostra “Practicing Memory in a time of an all-encompassing present” con le performance:
ore 19.30: 18.900 metri su strada (Il percorso di Pinelli), una performance di Francesco Arena. Testo di Luca Cerizza. Con la partecipazione di Michele Fusco.
ore 20.00: The Istanbul Symphony, di Danilo Correale

• ore 20.30 - Sala delle Colonne
Cena: buffet di inaugurazione
a cura di Cafeteria - Cittadellarte glocal restaurant

Sabato 26 Giugno 2010
Cittadellarte-Fondazione Pistoletto

ore 10.30 – 13.00 - sala Nova Civitas
working conference con i curatori di visible e gli artisti in residenza Unidee 2010:
Premio di produzione Cittadellarte-Zegna "Arte per una trasformazione sociale 2011"

ore 15.00 - sala Nova Civitas
working conference di Res.ò, piattaforma di residenze d'artista
con la partecipazione dei partner torinesi (Fondazione Spinola-Banna e PAV) e internazionali (Platformi Garanti, Townhouse Gallery, Capacete). Con il sostegno di Fondazione CRT per l'Arte.
“visible – where art leaves its own field and becomes visible as part of something else”

Progetto editoriale di Cittadellarte e Fondazione Zegna a cura di Angelika Burtscher e Judith Wielander


visible
è un progetto di ricerca nell’ambito dell’arte contemporanea, avviato da Cittadellarte-Fondazione Pistoletto in collaborazione con Fondazione Zegna.
visible vuole portare alla luce e potenziare pratiche artistiche che hanno la capacità reale di sperimentare e produrre visioni che incidano sull’immaginario sociale e culturale della nostra contemporaneità.
Il primo processo di visibilità è il progetto editoriale “visible - dove l’arte lascia il proprio campo e diventa visibile come parte di qualcos’altro” sviluppato in collaborazione con nove curatori.
La pubblicazione presenta 41 pratiche artistiche, che non si limitano all’analisi delle problematiche urgenti della realtà contemporanea, ma che intervengono direttamente per innescare processi di trasformazione. visible presenta approcci artistici che ripensano, in modo propositivo, differenti modelli di sviluppo economico e di distribuzione delle risorse, l’accessibilità dell’informazione, le urgenze ecologiche e ambientali, nonché la sperimentazione di modelli politici partecipativi e democratici.
Il libro, pubblicato da Sternberg Press, Berlino, verrà presentato il 21 giugno 2010, in anteprima, a Milano nell’ambito della Triennale nella mostra che festeggia il Centenario del Gruppo Ermenegildo Zegna: “Ermenegildo Zegna. Cent'anni di eccellenza. Dalla fabbrica del tessuto alla fabbrica dello stile” e il 25 giugno 2010 a Biella in occasione della XIII edizione di Arte al Centro.

curatori: Cecilia Canziani, Anna Colin, Hu Fang, Emiliano Gandolfi, Julieta González, Raimundas Malašauskas, Mihnea Mircan, Gabi Ngcobo and Elvira Dyangani Ose.
artisti: Alterazioni Video, Maria Thereza Alves, Aspra.mente, Patrick Bernier and Olive Martin, Anna Best, Francisco Camacho, CAMP, Santiago Cirugeda (Recetas Urbanas), Teddy Cruz, Neil Cummings and Marysia Lewandowska, Fadaiat, Cao Fei, Frente 3 de Fevereiro, Sou Fujimoto Architects, Goldin+Senneby, Gugulective, Zheng Guogu, Jeanne van Heeswijk, Paul Ramírez Jonas, Alon Levin, Goddy Leye, Jill Magid, Darius Mikšys, Nástio Mosquito, Ciprian Muresan, Jesús Bubu Negrón, Offer and exchange, Progetto Diogene, Publink, Wanda Raimundi-Ortíz, Pedro Reyes, Anna Scalfi, Jonas Staal, Xu Tan, Javier Téllez, Tercerunquinto, Bert Theis, Ana Laura López de la Torre, Judi Werthein, Ming Wong, Mlu Zondi.
contributi teorici: Michelangelo Pistoletto, Saskia Sassen.

Mostra collettiva a cura di Matteo Lucchetti

con Francesco Arena, Rossella Biscotti, Beatrice Catanzaro, Chto Delat, Michelangelo Consani, Danilo Correale, Dora Garcia, André Guedes, Shilpa Gupta, Rabih Mroué, Nikolay Oleynikov, Wendelien Van Oldenborgh, Mirko Smerdel, Société Réaliste, Stefanos Tsivopoulos e Vangelis Vlahos


Il metodo che porta alla creazione di memoria è storicamente ancorato alla pratica, individuale o collettiva, della creazione di immagini. Sin dagli scritti aristotelici in merito, si intuisce come l’esercizio del dare ordine alla memoria sia descritto come una esternalizzazione per immagini di una pratica del pensiero. L'esercizio del ricordo è inevitabilmente associato ed implica le possibilità di scrittura della Storia; nella gerarchia delle fonti la parola scritta ha da sempre rappresentato il materiale ultimo con cui tramandare il passato. Così è stato almeno finché la responsabilità storiografica non è passata dalle mani degli storici verso il potere dei mezzi di comunicazione di massa. La cosiddetta democratizzazione della storia ha cambiato le dinamiche del lavoro di costruzione della memoria, problematizzando ulteriormente la questione del passato, specialmente all’interno del continente europeo, dove le memorie post conflitto mondiale non hanno spesso mai visto una reale rielaborazione collettiva, tanto da far parlare di ‘’perdita pianificata della Storia’’.

In uno scenario in cui le narrazioni nazionali e l'ancoramento di queste al presente, sono stati sostituiti da supposte costruzioni globali di memoria, fatte di eventi mediatici e relative sollecitazioni emozionali collettive, quale valore può assumere l'intervento da parte degli artisti sulle dinamiche che corrono tra oblio e memoria? Con quali modalità è possibile creare dei corto circuiti nei flussi storiografici contemporanei, dominati da quella rimozione necessaria alla cecità con cui si legge il presente?

Practicing Memory si presenta allora come un costante lavoro sulla memoria attraverso molteplici pratiche artistiche, che escono dalla logica feticistica di produzione attorno ad un'idea di nostalgia, per affermare la propria partecipazione al processo sociale in corso tra ricordo ed amnesia.

Wael Shawky, Cabaret Crusades: the Horror Show File, installation view 2010

La mostra personale di Wael Shawky Contemporary Myths è incentrata sul più recente lavoro dell'artista egiziano: Cabaret Crusades: The Horror Show File.
Negli spazi di Cittadellarte - gallery sono in mostra, oltre al film realizzato, alcune tracce del complesso processo produttivo che ha avuto luogo a Cittadellarte e in Egitto nei mesi che hanno preceduto la mostra.
Cabaret Crusades: The Horror Show File tematizza la storia delle Crociate ripercorrendo gli eventi di quattro anni (1096-1099) che hanno avuto un ruolo centrale nel successivo sviluppo della Storia e che hanno sconvolto, irreversibilmente, il mondo arabo e i suoi rapporti con il mondo occidentale.
Il film è la traduzione in forma di immagini di uno scontro storico rappresentato partendo dalle narrazione degli accadimenti visti con gli occhi di chi ha subito l'invasione.
Shawky descrive gli eventi del passato ricostruendo con accurate scenografie alcuni ambienti dell'Asia Minore e del Mediterraneo orientale, teatri delle prime crociate. Attori degli eventi sono le marionette della collezione bicentenaria Lupi.
Le marionette, fortemente espressive e mosse da fili ben visibili, rappresentano i personaggi coinvolti nel conflitto fra eserciti cristiani europei ed eserciti musulmani. Anche se il soggetto è basato su eventi e documentazioni storiche, il risultato che ne consegue ha un'atmosfera surreale e mitica, un misto di dramma e cinismo permea fatti lontani, quanto mai attuali.
Fonte principale di ispirazione del lavoro è il saggio “Le crociate viste dagli arabi” scritto da Amin Maalouf nel 1986, in tempi lontani dalle attuali recrudescenze di odio. Il saggio di Maalouf, libanese che vive in Francia, ha innovato la storiografia delle Crociate attraverso gli scritti di storici arabi, per lo più non considerati in Occidente, senza trascurare le fonti e gli studi occidentali più accreditati sull’argomento. Il quadro storico che ne deriva è nello stesso tempo forte ma pacato, politico ma non di parte. Il saggio ha aperto, sia nel mondo arabo che occidentale, degli squarci su una crudeltà storica perpetrata in nome di un vago sentimento religioso offeso, ma più oggettivamente nata da motivi socio- economici complessi.
Cabaret Crusades: The Horror Show File è prodotto da Cittadellarte in collaborazione con il Festival Theater der Welt di Essen.
E' il primo film di una serie che Wael Shawky produrrà sul tema delle crociate utilizzando le marionette a filo.
La produzione di Cabaret Crusades: The Horror Show File ha visto la collaborazione e la valorizzazione della preziosa collezione bicentenaria di marionette appartenente a Daniele Lupi della famiglia Lupi di Torino. Un gioiello della tradizione locale che si presta a una rivisitazione in chiave contemporanea e internazionale.

L’artista egiziano ha ricevuto numerosi premi e riconoscimenti internazionali per il suo lavoro tra i quail l'International Commissioning Grant, il Lower Manhattan Cultural Council, New York, 2005, l' International Award of The Islamic World Arts Initiative, Arts International, New York, 2004, l' American Center Foundation Grant, Philadelphia, 2004, l' Honorary Award, Rita Longa International Symposium, Bayamo, Cuba, 2001. Nel 1996 ha vinto il Grand Nile Prize nella Sesta Biennale del Cairo e nel 2009 il Grand Prize nella Venticinquesima Biennale di Alexandria.
Ha partecipato alla Cinquantesima Biennale di Venezia e alla Nona Biennale di Istanbul, alla Seconda Riwaq Biennale in Palestina, alla Terza Biennale di Marrakesh, alla Seconda Biennale di Mosca e alla Santa Fe Biennale, NM. Ha tenuto mostre tematiche in importanti istituti di arte contemporanea quali: New Museum of Contemporary Art, Artists Space e Queens Museum, New York; Musée d'Art Contemporain de Montréal; Musée d'Art Contemporain de Nîmes; ZKM Museum, Karlsruhe; Kunstmuseum, Bonn; Kunstmuseum Thun; Focus Istanbul; Martin-Gropius-Bau, Berlin; Kunsthalle Fridericianum, Kassel; MACRO, Rome; Bunkier Sztukim, Krakow; Platform Garanti of Contemporary Art,Istanbul;Tate Modern, London and Townhouse Gallery, Cairo.

Dal 30 giugno al 17 luglio 2010 il Festival Internazionale Theater der Welt 2010 presenta un programma interdisciplinare con più di  30 produzioni, e oltre 400 artisti da Africa, Asia, Europa, America Latina e Oceania, che si muovono sul confine tra teatro, danza, opera, musica, arti visive e performance, tra Mülheim an der Ruhr e Essen.
Theater der Welt 2010 – A Festival of the International Theatre Institute (ITI) hosted by Theater an der Ruhr and Schauspiel Essen in co-operation with the European Capital of Culture RUHR.2010, funded by the Federal Commission for Culture and Media of the state North Rhine-Westphalia, the Kunststiftung NRW and the Federal Commissioner for Culture and Media.
www.theaterderwelt.de