Cittadellarte Fashion
Bio Ethical Sustainable Trend
MICHELANGELO PISTOLETTO e FRANCA SOZZANI
presentano

A settembre, a Cittadellarte, si parla di moda con un evento dedicato alla moda responsabile.
 
INAUGURAZIONE 22 SETTEMBRE
 23 settembre 2009 – febbraio 2010
 

La Fondazione Pistoletto nel 2009, anno delle fibre naturali, indaga la moda avviando l’iniziativa di Cittadellarte Fashion – Bio Ethical Sustainable Trend, che nasce dalla contaminazione fra l’arte che si assume una responsabilità sociale e quel mondo della moda che cerca un nuovo modello di sviluppo etico e sostenibile.

Cittadellarte Fashion – Bio Ethical Sustainable Trend apre a Biella un’officina operativa dedicata allo sviluppo di una moda articolata sui principi della sostenibilità. L’avvio di questa attività è previsto per il 22 Settembre 2009 con un evento mostra il cui obiettivo è mettere in connessione creatività, produzione, commercializzazione e sensibilizzazione al consumo, attraverso la presentazione di prodotti sostenibili che vanno dalla materia prima al capo finito, valorizzati da stilisti emergenti selezionati da Franca Sozzani e da Michelangelo Pistoletto.


Foto Enrico Amici

L’evento inaugura con una working conference con la partecipazione di personalità nel campo della moda, dell’industria e della sostenibilità, dell’arte e della ricerca.
Proprio durante la working conference del 22 Settembre Charlotte Casiraghi di Monaco, Alexia Niedzielski, Elizabeth von Guttman presenteranno in anteprima EVER MANIFESTO, progetto editoriale legato ai temi dell’ecologia e della sostenibilità.
L’incontro, la presentazione dei capi creati da giovani stilisti e la mostra che inaugura il 22 settembre non sono un avvenimento effimero, ma l’inizio di un processo, l’apertura di un luogo di lavoro, di scambio e di ricerca. La combinazione di diversi fattori distingue e avvalora questo centro. Tali fattori consistono nell’identità del Biellese, riconosciuto internazionalmente come polo d’eccellenza della produzione tessile, e nell’attività di Cittadellarte, che impegna l’arte verso un’evoluzione sostenibile della società.

 
La mostra, i capi creati dai fashion designer, i materiali e i tessuti delle aziende che hanno partecipato e il quadro specchiante "Prima Scena – La presentazione " di M. Pistoletto saranno visibili al pubblico a partire dal 23 settembre 2009, presso i nuovi spazi di Cittadellarte.

comunicato stampa

Inoltre a Cittadellarte….
orari mostre

 

Concept video: Sara Conforti | Riprese e montaggio: Elastica
Cittadellarte Fashion  - B.E.S.T.
22 settembre 2009, Cittadellarte-Fondazione Pistoletto, Biella
Working Conference

Modera:
Paolo Naldini, Managing director di Cittadellarte

Intervengono:
Michelangelo Pistoletto (Artista)
Franca Sozzani (Direttore di Vogue Italia)
Mercedes Bresso, Presidente della Regione Piemonte (con un messaggio letto da Giuliana Carusi Setari, Presidente di Cittadellarte - Fondazione Pistoletto)
Walter Santagata (Professore di economia della cultura)
Paolo Zegna (Vicepresidente Confindustria)
Charlotte Casiraghi di Monaco, Alexia Niedzielski, Elizabeth von Guttman (Founders Ever Manifesto)
“Nell'anno delle fibre naturali Cittadellarte indaga la moda avviando l’iniziativa Cittadellarte Fashion Bio Ethical Sustainable Trend, che nasce dalla contaminazione tra l’arte che si assume responsabilità sociale e quel mondo della moda che cerca un nuovo modello di sviluppo etico e sostenibile.” Paolo Naldini

“Cittadellarte Fashion vuole essere un centro energetico in cui convergono forze differenti, come estetica ed etica, creazione e produzione. Sensibilità artistica e impegno sociale. Oggi a Cittadellarte avviene una interazione proficua tra fashion designer e produttori. Così come si incontrano l'autorevole esperienza di Franca Sozzani e la nuova iniziativa di Charlotte Casiraghi e delle sue coautrici della nascente rivista Ever Manifesto.
Il comune obiettivo è quello di stimolare e produrre un progresso di civiltà attraverso l'apporto di nuovi valori. Quegli stessi su cui si basa e si impegna Cittadellarte Fashion definiti nel Bio Ethical Sustainable Trend. ? una confluenza di fattori che personalmente cerco di rendere palese con il simbolo del Terzo Paradiso e nel grande ragno tessitore nella sala d'esposizione. Il Terzo Paradiso è un passaggio evolutivo nel quale l'intelligenza umana trova i modi per convivere con l'intelligenza della natura. Il primo paradiso è quello naturale, il secondo è quello artificiale che ha portato il progresso a un livello di saturazione prossimo all'insostenibilità.
Siamo a un giro di boa, come sostiene anche Franca Sozzani. Il progresso ha iniziato una grande virata. Le conquiste della scienza e della tecnologia devono dirigersi verso la conservazione della vita umana su questo meraviglioso pianeta.
(…) Ho presentato al Museo Pecci di Prato nel '96 una mostra intitolata "Habitus-Abito-Abitare". L'Habitus mentale, l'uomo, il corpo e la sua seconda pelle e l'abitare, inteso come terza pelle e anche come habitat planetario. Su questi temi stiamo lavorando.
Una responsabilità nuova viene assunta dall'arte nel cercare di tradurre in realtà l'immaginazione di una comune vita; degna di essere umanamente vissuta”.
Michelangelo Pistoletto

“Legare l’arte alla responsabilità sociale non è certo cosa nuova. Ma rivalutare
e aggiornare i bisogni dell’arte alle esigenze dell’intera collettività non è un aspetto
da poco. L’arte sensibilizza, e a volte lo fa con più appiglio di un articolo di giornale,
di un valido saggio o di un discorso di un politico. ? vero, però, che non è usuale associare il mondo della moda – arte a tutti gli effetti – ai principi della sostenibilità ambientale, svincolandola a quell’idea di “effimero” a cui, per definizione, la si associa. La moda cambia; cambiano i costumi e le abitudini della gente. Questo è giusto e sarà sempre così. Tuttavia, riuscire ad associare il concetto di “moda” a un valore imprescindibile come quello della tutela ambientale non può che nobilitare questo settore; anche e soprattutto secondo quei parametri che non sono puramente estetici, ma che interessano l’intero processo che va dalla creazione alla produzione, fino alla commercializzazione dei capi.
La crisi economica che ha toccato il nostro paese è stata particolarmente dura
per il comparto del tessile biellese. (...) Per questo motivo è necessario un rinnovamento che, proprio dalla crisi, riesca a trarre uno spunto positivo e durevole nel tempo.
Pensare e realizzare capi ecologicamente sostenibili è uno sforzo di non poco conto. Ma sapere che questo progetto nasce come vera è propria officina operativa, avvallata inoltre dall’interesse concreto e dall’esperienza di tanti stilisti internazionali – molti dei quali intervenuti quest’oggi – è una garanzia del reale impegno profuso.”
Mercedes Bresso

“L’incontro con Michelangelo è stato inatteso: mi aspettavo un ennesimo rapporto arte-moda, invece è stato qualcosa di completamente nuovo. Nuovo per me, ma nuovo anche per il mondo della moda. Unire arte, moda ed ecologia.
Ecologia non è il termine che nell’ambito della moda si usa più comunemente. Si parla di forme, colori, lunghezze, stravaganze, tendenze, ma raramente di ecologia. E non perché è un campo che non viene studiato, ma perché la moda è, per eccellenza, immagine e quello che c’è dietro questa immagine (come viene realizzato il capo, come viene prodotto il tessuto) non solo non viene analizzato, ma non viene mai spiegato.
Solo in questo incontro ho cominciato a indagare su che cosa c’è nella moda di ecologico.
C’è poco e siamo tutti coscienti del lavoro che c’è da fare. Molte aziende si sono attivate per creare una produzione che non utilizzi coloranti o fissativi che possano inquinare. Ma quello che non è sensibilizzato è proprio il pubblico. Quando compra un capo, guarda il prezzo, guarda la forma, guarda che sia di tendenza e, forse, guarda che gli stia bene: l’importante comunque è essere alla moda. Invece bisogna abituarsi ad avere un approccio totalmente diverso. Non è utopia, anche se è un processo molto lontano a venire.
Quello che sostengo, e che è un lavoro che dobbiamo fare come giornale, è educare: l’educazione del lettore, che dietro all’estetica e al glamour del momento ci debba essere altro. (…) Possiamo spiegare, abituare il consumatore a capire che c’è un lavoro dietro che è nuovo, che è diverso, che è difficile, che probabilmente non sarà accettato da molti in maniera immediata, che però può creare un bene superiore a quello che sarà il fatto di sentirsi bello con un singolo vestito per un singolo momento. Il mio impegno personale, quindi, sarà quello di rieducare il lettore a capire che dietro un vestito c’è qualcosa di più grande dell’apparire, di molto più importante: salvare il pianeta in cui stiamo vivendo.”
Franca Sozzani

“Credo che ci sia una reale sinergia tra tutti noi qui presenti, perché tutti crediamo che l’arte e la moda non riguardino soltanto questioni estetiche, ma che debbano guardare anche ad altri valori più etici, e promuovere la responsabilità sociale. Dunque attraverso i nostri progetti vogliamo mostrare ai nostri lettori che è ancora possibile perseguire il nostro desiderio di bellezza, innovazione e cambiamento, ma che questo non ci deve impedire di essere consumatori responsabili.”
Charlotte Casiraghi di Monaco

“Con 'Ever Manifesto' vogliamo rendere seduttiva l’idea di vivere una vita più sostenibile, cambiare la percezione dell’eco-moda e renderla desiderabile per tutti.”
Alexia Niedzielski

“L'evoluzione è il tema di questo primo ‘Manifesto’, che si occupa di evoluzione della moda. Siamo tutti molto preoccupati di ciò che mangiamo, di ciò che mettiamo dentro il nostro corpo. Penso che sia ora di considerare importante anche quello che mettiamo sul nostro corpo. I vestiti sono riflessi del tempo in cui vengono creati e l'etica della moda può essere il prossimo passo nell'evoluzione della moda”.
Elisabeth Von Guttman

“Riflettendo sul tema di questo incontro, credo che due trend sembrano dividersi il mondo della moda oggi: quello dell’industria del lusso di massa e quello della moda ecosostenibile. Un gigante e un topolino, se vogliamo creare qualche immagine.
(…) Il secondo trend , mira a una produzione e a un consumo ecologico e sostenibile. E’ una scelta industriale guidata da cambiamenti di preferenze dei consumatori. Essi amano il naturale, invece dell’artificiale, l’equità invece dello sfruttamento, il rispetto dell’ambiente, invece del suo inquinamento, lo sviluppo equilibrato dei Paesi più deboli, invece del dominio delle società multinazionali.
Quali sono i caratteri della moda eco-sostenibile? Intanto la sua sostenibilità è di tipo ambientale e generazionale e solo in parte nel senso dello sviluppo locale, perché richiede un cambiamento dei gusti dei consumatori e questo non è garantito dalla logica dello sviluppo economico, ma è piuttosto un fenomeno di educazione e di scelta politica. La moda ecosostenibile si basa su un’etica nei rapporti tra le persone, da chi lavora le materie prime al consumatore finale. La moda ecosostenibile non degrada l’ambiente e ricerca produttività pur risparmiando energia, essendo disposta al riciclaggio e all’uso di materie prime naturali. (…)
Il nuovo prodotto è fatto con materie prime ed energie rinnovabili; è interattivo; ha un rapporto corretto qualità-prezzo; recupera il sapere artigianale e sviluppa la sua tracciabilità totale; è certificato eticamente; è fatto con prodotti organici e usa coloranti non tossici; è un ritorno a tecniche antiche e a materiali del passato; utilizza non solo materiali classici come il cuoio, la pelle eccetera, ma anche riusi, come la pelle del pesce. La nuova filiera in un qualche modo si depura: a cominciare dall’agricoltura, dove si bandiscono pesticidi, insetticidi, erbicidi e fertilizzanti; le tintorie e le lavanderie sono dotate di sistemi di filtraggio e depurazione delle acque; il packaging di carta diventa la norma. Un migliore equilibrio dovrebbe favorire la sopravvivenza della parte alta della filiera, anche migliorando l’etichettatura, con il nome dello stilista, ma anche con il nome del creatore del tessuto e riconoscendo il valore del produttore del tessuto.
Il nuovo consumatore, spesso chiamato prosumer o proactive, partecipa alla concezione e alla produzione, considera l’atto del consumo come un’esperienza emozionale. Il nuovo consumatore può anche essere di tipo collettivo, capace di riunirsi in gruppi di acquisto e in comitati di sensibilizzazione, che possono influenzare le scelte di creatori e produttori.
Il nuovo consumatore deve, però, essere educato alla nuova grammatica della eco-sostenibilità. Solo l’educazione del consumatore può salvare l’eco-fashion da una deriva elitaria, senza reale impatto sull’economia mondiale. Il consumatore è naturalmente guidato dalla qualità e dal prezzo. La moda eco-sostenibile ha bisogno di un consumatore “politicizzato” contro lo sfruttamento delle aree a basso salario, contro il controllo di traffici mondiali esercitato da multinazionali della produzione e della distribuzione.
Sarà possibile sostenere il trend della moda eco-sostenibile nel nome dell’arte e dell’equità? Da un punto di vista economico e istituzionale si può dire che la moda non eco e non sostenibile sta impoverendo l’ambiente naturale e sfruttando un mercato del lavoro debole. Il mercato e il riferimento agli interessi privati non sembrano in grado di modificare questa tendenza negativa. Ne deriva che una moda eco-SOS dovrebbe essere sostenuta da istituzioni appropriate, istituzioni sovra-individuali, sovra-nazionali, trattati internazionali, organismi di controllo internazionali, che assecondando lo sforzo ad una maggiore educazione dei consumatori fissino le regole per ridurre lo sfruttamento eccessivo delle risorse.”
Walter Santagata

 
 
Si è svolto, dal 26 al 29 giugno a Cittadellarte, il workshop per gli 11 stilisti selezionati da Michelangelo Pistoletto e Franca Sozzani per Cittadellarte Fashion.
Gli stilisti hanno potuto toccare e prendere visione dei campionari di tessuto messi a disposizione dalle aziende partecipanti al progetto.
Al workshop sono intervenuti l’architetto Emanuele Bottigella dell’Ufficio Architettura di Cittadellarte, Francesco Bernabei dell’Ufficio Economia di Cittadellarte, e Vittorio Falletti, communicator Cittadellarte Fashion con la partecipazione di Luca Mercalli, Climatologo, che presiede la Società Meteorologica Italiana.
In queste giornate si è svolta la sessione fotografica con Michelangelo Pistoletto e Franca Sozzani per la realizzazione del quadro specchiante “Prima Scena - La Presentazione”, opera di Michelangelo Pistoletto.
 

Concept e montaggio video: Sara Conforti e elastica produzioni video
ore 11.00:
Working Conference

Modera:
Luca Mercalli (Presidente Società Meteorologica Italiana onlus)

Intervengono:

Michelangelo Pistoletto (Artista)
Franca Sozzani (Direttore di Vogue Italia)
Walter Santagata (Professore di economia della cultura)
Paolo Zegna (Vicepresidente Confindustria)
Charlotte Casiraghi di Monaco, Alexia Niedzielski, Elizabeth von Guttman (Founders Ever Manifesto)

ore 12.00 (area 3):
Preview della mostra “Cittadellarte Fashion – Bio Ethical Sustainable Trend”

Preview del quadro specchiante “Prima scena - La presentazione” di Michelangelo Pistoletto

Sfilata performance - coreografia di Doriana Crema

ore 13.30 (area 1):
Lunch, Sala delle Colonne

Matthew Ames (Stati Uniti)

Matthew Ames nasce a Washington nel 1979. Consegue il diploma presso l’Art Institute di Chicago nel 2003. Lavora nell’atelier di Jurgi Persoons ad Anversa, in Belgio. Si trasferisce successivamente a New York, dove lavora come assistente di Miguel Adrover. Nel 2004 viene selezionato come primo finalista americano al Festival de la Mode à Hyères, in Francia. Presenta la sua prima collezione femminile nel 2005 e apre uno studio a Brooklyn, New York. Nel 2009, Ames riceve il Premio Ecco Domani Fashion Foundation, VIII edizione, per la collezione femminile. Le sue collezioni vengono presentate a Parigi e New York.

Sandra Backlund (Svezia)

Stilista diplomata presso la Beckmans College of Design di Stoccolma, subito dopo il diploma nel 2004 fonda la sua linea d’abbigliamento e da allora ha sempre lavorato a tempo pieno alle sue collezioni. La figura umana e le tecniche tradizionali artigianali sono i punti di riferimento del suo lavoro: la Backlund distorce e trasforma la naturale sihouette del corpo con i suoi abiti, vere e proprie sculture realizzate a mano. Nel 2007 vince il premio del Festival International De Mode & De Photographie di Hyeres e viene selezionata da Franca Sozzani, direttore di Vogue Italia, come sua protegé per il Protegé Project, presentato a Firenze nel 2008. Oltre alla sua linea personale, Sandra Backlund realizza pezzi unici di maglieria per aziende come Louis Vuitton, Emilio Pucci e il department store Printemps di Parigi.

Silvio Betterelli
(Italia)

29 anni, sardo. Da otto anni vive e lavora a Milano. Dopo gli studi di Arte del Tessuto svolti in Sardegna, Fashion Design a Milano e Fine Art and Textiles Design alla University of Plimouth in Inghilterra, si dedica a diversi progetti. Nel 2006 è co-fondatore di S.M.og Milano, laboratorio che spazia tra arte-moda e design. Nel 2008 viene selezionato per trascorrere sei mesi a Parigi presso Les Ateliers de Paris, istituzione che offre spazio e supporto a giovani artisti provenienti da tutto il mondo. Partecipa e vince premi dei più importanti concorsi internazionali per giovani fashion designer, come il Mittelmoda, il Who is on Next, organizzato da AltaRoma in collaborazione con Vogue Italia; nel 2006 è l’unico italiano selezionato per il Fashion Gran Prix di Tokyo. Tra le varie collaborazioni vi sono quelle con Lycra du Pont Italia dipartimento tessile, Centro Lino Italiano, Man Museo d’Arte Provincia di Nuoro, Feg – Salvarani per cui co-firma una collezione di complementi di arredo di tessuto, Pitti Filati e, ultima in ordine di tempo, Furla per cui firma una capsule collection di scarpe e borse. Dal 2007 oltre al corso che tiene alla Naba di Milano, divide con il suo conterraneo stilista Angelo Figus la cattedra di Progettazione moda del corso di Architettura Moda e Design del Prodotto della Università di Venezia

Marco De Vincenzo
(Italia)

Nato a Messina e residente a Roma, Marco De Vincenzo è responsabile - dal settembre 2004 - del settore pelletteria Uomo/Donna di Fendi: ricerca dei materiali, progettazione e sviluppo stilistico delle collezioni, visione e approvazione dei prototipi tra le sue competenze presso l’azienda romana. Da marzo 2008 progetta una linea d’abbigliamento che porta il suo nome con la quale, nel gennaio 2009, partecipa alle sfilate della settimana dell’Alta Moda di Parigi.

Mark Fast
(Canada)

Mark Fast, nato in Canada 28 anni fà, stilista di maglieria. Cresciuto in campagna, vicino alla città di Winnipeg, trova finalmente la sua ispirazione a Londra, dove per cinque anni studia alla Central St. Martins. Mark realizza tutte le sue creazioni a mano, utilizzando una macchina da maglieria non industriale, con innovative tecniche di ricamo e mescolando lycra con viscosa, angora o lana. Mark si ispira al passato, traducendo i costumi e gli stili storici nell’estetica contemporanea.

Marta Forghieri (Italia)

Marta Forghieri, nata a Milano, 29 anni. Dopo la laurea in estetica all’Università di Bologna e un periodo di apprendistato in un atelier di Haute Couture a Berlino si trasferisce a Londra per frequentare alcuni corsi al Central St. Martins College terminati i quali completa la propria formazione all’Istituto Europeo di Milano. Lavora per due anni come responsabile delle collezioni abbigliamento uomo, donna e accessori del giovane brand Memine. Attualmente svolge attività di consulente freelance. Ha sfilato tre volte con il suo nome al My Own Show 2007, Feed on Fashion 2008 Next Generation - New Upcoming Designers 2009.

Roberta Furlanetto
(Italia)

Roberta Furlanetto nasce in provincia di Venezia. Si diploma all’Accademia di Belle Arti di Milano nel 1990. Nel 1992 completa una maxi tela con tecniche miste e collage, commissionatale da un collezionista d’arte, il quale, in seguito, la mostra a Christian Lacroix. Lacroix trae ispirazione da quest’opera e invita Roberta a collaborare con lui. Inizia così la creazione di pezzi unici per le sfilate di Alta Moda. Nina Ricci presto segue l’esempio, poi Dior, Ungaro e Azzedine Alaïa. Nel 2007 Roberta Furlanetto lancia la sua collezione di prêt-a-porter. La Furlanetto opera nel suo atelier e studio di Milano.

Siri Johansen
(Norvegia)

Norvegese di nascita. Si laurea nel 2008 presso il Royal College of Art di Londra in Fashion MA, maglieria maschile. Collabora con diverse case di moda prestigiose. Attualmente vive e lavora a Londra.

Mary Katrantzou (Grecia)

Nel 2008, dopo essersi diplomata presso la Central Saint Martin in MA Fashion, Mary Katrantzou lancia il suo marchio. La sua collezione PE09 viene presentata durante la London Fashion week, alla New Generation Talent, grazie ad una sponsorizzazione. Presenta inoltre, sempre durante la London Fashion Week, il suo primo show per la collezione AI 09/10, grazie alla sponsorizzazione New Generation per gli Show.

Jose M. Nunes da Silva Giralt
(Spagna)

Jose M. Nunes da Silva Giralt nasce nel 1980 nella casa dei nonni, in Portogallo. Studia fashion design presso lo IED di Madrid. Durante gli anni dell’università fa diverse esperienze di lavoro nel mondo della moda di Madrid. Per quasi due anni lavora per Sybilla, fa parte del team di Sybilla-Giappone, lavora alla realizzazione della collezione disegni di Sybilla-Spagna, alla collezione giovane Jocomomola e all’organizzazione della sfilata di Sybilla durante la settimana della moda di Madrid “Pasarela Cibeles”. Presenta il suo lavoro al concorso di moda dell’Istituto Europeo di Design “My Own Show” e viene selezionato con una menzione speciale. In seguito realizza il suo progetto personale: crea un marchio personale, un’azienda, costruisce a Madrid (in C/Covarrubias n. 9, facciata verso C / José Marañón) il suo atelier, dove lavora e vive. Esegue ordini personali, fatti a mano con molta cura e passione.

Osman Yousefzada
(Inghilterra)
Osman Yousefzada, nato in Inghilterra, inizia a realizzare abiti sin da piccolo. Studia Fashion Design presso la Central St. Martins. Nel settembre 2005 lancia la sua linea d’abbigliamento. Nel 2007 è nominato per il premio annuale Designs of Year organizzato dal Design Museum. Il 2008 è l’anno del lancio di uno dei suoi progetti di collaborazione di maggior successo, acclamato dalla critica: il Little Black Dress firmato Osman Yousefzada per Mango. Nel 2009 l’haute couture si accorge di lui: Didier Ludot espone le creazioni di Osman Yousefzada nelle vetrine della boutique parigina Palais Royal.
Info:
Staff Cittadellarte Fashion 2009:

project manager: Federica Ricci

organization project officer: Pier Giuseppe Lavarino

cultural program and collateral events officer: Sara Conforti

fashion designers referent: Pietra Pistoletto (www.pietrapistoletto.com)

communicator: Vittorio Falletti

press office: Margherita Cugini

organization project assistants: Anna Antonioli, Serena Schellino

CATALOGUE:
editor in chief: Federica Cerutti
 graphic design: Liudmila Ogryzko

RINGRAZIAMENTI:
Si ringrazia biella acconciatura Accademia I.B.A.A.F.M. per la preziosa collaborazione all'evento.
 
Foto: 
enrico amici_studio fotografico_la spezia