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Il FAI – Fondo Ambiente Italiano presenta l’inaugurazione del Bosco di San Francesco ad Assisi, venerdì 11 novembre alle ore 12.30 in Piazza Superiore San Francesco, alla presenza del Ministro per i Beni e le Attività Culturali Giancarlo Galan il FAI presenta l’inaugurazione del Bosco di San Francesco.

Oltre il muro che delimita la piazza della Basilica Superiore di San Francesco ad Assisi si apre un ambiente naturale intatto di boschi, ulivi, coltivi, colline e pianura con case coloniche e piccole pievi.
60 ettari di questo paesaggio – il Bosco di San Francesco – sono stati donati nel 2008 da Intesa Sanpaolo al FAI che ha iniziato a realizzarvi un importante restauro paesaggistico, che ha riguardato il ripristino dei sentieri, un primo risanamento della vegetazione boschiva e dei coltivi e il restauro del complesso benedettino femminile di Santa Croce del XII secolo.

Michelangelo Pistoletto, in una radura del Bosco dominata da una torre medievale, ha realizzato una estesa opera di land art intitolata “Il Terzo Paradiso”.

Il Terzo Paradiso per dare il via al restauro paesaggistico più importante mai affrontato dal FAI.
Il 27 maggio 2010, giorno dell’apertura ufficiale dei lavori di restauro del Bosco di San Francesco ad Assisi, Michelangelo Pistoletto ha tracciato il solco dell’opera di land art donata alla Fondazione “Il Terzo Paradiso”, simbolo dell’armonia definitiva tra uomo e natura.
 
Il cantiere di restauro del Bosco di San Francesco ad Assisi, donato alla Fondazione nell’ottobre 2008 da Intesa Sanpaolo, è reso possibile da Fondazione Cassa di Risparmio di Perugia, Intesa Sanpaolo, Enel, Regione Umbria, Fondazione Telecom Italia, Comunità Montana dei Monti Martani, Serano e Subasio, e inoltre da Aboca, Andreas Stihl, Fondazione Zegna, Francesco e Giovanni Cataldi, Franco Cosimo Panini Editore, Ikea.

Michelangelo Pistoletto traccia il solco del "Terzo Paradiso" nel Bosco di San Francesco ad Assisi: l’opera di land art rappresenta l’inizio dei lavori di restauro paesaggistico del Bosco.

Sessanta ettari di tipico paesaggio umbro dominato dalla Basilica di San Francesco, un luogo non solo geografico, reso immortale da San Francesco, che ne fece il più alto modello di armonia e convivenza tra Uomo e Natura.
Proprio in una radura del Bosco, Pistoletto interviene con la sua “installazione naturale”, il suo sentiero tra gli ulivi.
Il FAI, attraverso il recupero del Bosco e l’intervento di Michelangelo Pistoletto, si propone di mettere a disposizione del pubblico non tanto e non solo un luogo speciale, naturale e magico al tempo stesso, ma anche e soprattutto di dare la possibilità al visitatore di vivere un’esperienza spirituale che sappia fondere insieme le percezioni fisiche e le loro conseguenze interiori.

Camminando per i due chilometri e mezzo della passeggiata, che unisce la Basilica di San Francesco alla radura dove sorge l’opera di Pistoletto, i “pellegrini del XXI secolo” potranno riflettere su tre diversi atteggiamenti dell’uomo con la natura.
Nella prima parte del cammino – quella che attraversa la Selva (di proprietà del Sacro Convento) – potranno immergersi in quel rapporto contemplativo in totale armonia e rispetto della natura proprio della parabola francescana.
Proseguendo il cammino, ecco un secondo momento, ispirato dalle presenze della filosofia di vita benedettina presenti nel Bosco.
Il terzo momento, quello finale, rappresentato dalla “stazione” culturale del Terzo Paradiso – dove mondo naturale e mondo artificiale si fondono –  pone di fronte a un inevitabile esame di coscienza, a un momento di autocritica e di assunzione di responsabilità che prenda in considerazione il nostro rapporto alterato con l’ambiente.

Ma che cos’è il Terzo Paradiso di Michelangelo Pistoletto nel Bosco di San Francesco?
All’apparenza, un semplice e bellissimo uliveto. A guardare meglio, un uliveto unico al mondo: tracciato su un’area di 90 x 35 metri – per un totale di oltre 3.000 metri quadrati – ha un disegno a tre cerchi che ricorda e rilegge il simbolo dell’infinito, è costituito dallo sviluppo di un doppio filare di 160 ulivi, ciascuno alto circa 3 metri e con una fronda di 2 metri e mezzo. Nel centro dell’opera, un’asta d’acciaio dell’altezza di sei metri, a significare l’unione tra Cielo e Acqua, che si trova nel sottosuolo.
Il Terzo Paradiso, nelle intenzioni dell’artista, è la fusione tra il paradiso in cui la vita sulla Terra è totalmente regolata dalla natura e un secondo paradiso, creato dall’uomo e basato su bisogni, prodotti, piaceri e comodità artificiali. Il Terzo Paradiso è la sintesi tra questi due mondi, ovvero la possibilità di restituire vita alla Terra attraverso quegli strumenti – come la scienza, la tecnologia, l’arte e la cultura – che caratterizzano la nostra vita interiore.
Per l’occasione, il FAI lancia una campagna di adozione dei 160 ulivi, un modo per legare il nome del donatore a un’opera d’arte che sarà patrimonio dell’Italia e del mondo. Michelangelo Pistoletto disegnerà su una lastra specchiante il simbolo del Terzo Paradiso, lo autograferà e lo donerà a tutti coloro che adotteranno un ulivo della sua opera.

special thanks ad Anna Zegna – Fondazione Zegna

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