"The Obsidian Isle", un nuovo percorso nel lavoro di Gayle Chong Kwan, artista ex residente UNIDEE 2005, documenta un’immaginaria isola situata al largo della costa della Scozia, sulla quale troviamo un paese abbandonato, luoghi ed edifici distrutti. Presentato come una installazione di fotografie di grande formato e opere scultoree, esplora idee di storia collettiva, di identità nazionale, di paesaggio e di turismo attraverso il prisma dei sensi e la distorsione dei ricordi.
"The Obsidian Isle" (che trae ispirazione anche dal ciclo di poemi epici "I canti di Ossian") pone interrogativi su ciò che si conserva, ciò che rimane, ciò che cade in rovina o si distrugge, ciò che persiste e come questo possa essere alterato dai ricordi, dal mito o dalla storia avversa.

La mostra si articola attraverso dieci fotografie di grande formato, originate da immagini trovate, elementi tridimensionali e fotografie scattate dall’artista, ricostruiti come mise-en-scene e poi fotografati in studio. Inoltre in una serie di piccoli ovali e scure opere fotografiche, attraverso l’uso di tactile printing e astrazione sensoriale, sono analizzate le idee di frammentazione e dissoluzione.

Gayle Chong Kwan, nata ad Edimburgo nel 1973, vive e lavora a Londra. Ha esposto sia nel Regno Unito che a livello internazionale, tra cui la partecipazione nelle principali Biennali internazionali, come la 54° Biennale di Venezia nel 2011 (proprio con ‘The Obsidian Isle’) e la 10° Biennale dell’Avana, Cuba, nel 2009.

UNO+UNO Via Ausonio, 18 – Milano
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