Geografie della Trasformazione: costruire un bene comune. Artway of Thinking ci parlano del loro metodo di lavoro.

La Redazione,02/02/2009

Artway of thinking è il nome della collaborazione tra due artiste, Stefania Mantovani e Federica Thiene, iniziata a Venezia nel 1992; è il nome della sperimentazione sul fare artistico in ambito pubblico (urbano e sociale), inerente alla community based-public art (arte comunitaria).

Quindici anni di ricerca sul fare artistico in ambito pubblico

artway of thinking è il nome della collaborazione tra due artiste Stefania Mantovani e Federica Thiene, iniziata a Venezia nel 1992;
è il nome della sperimentazione sul fare artistico in ambito pubblico (urbano e sociale), inerente alla community based-public art (arte comunitaria) iniziata in quell’anno;
è un nucleo al quale si uniscono, di volta in volta, altri individui per affrontare assieme un tema sociale (offerto da un committente) attraverso un processo creativo collettivo interdisciplinare.

artway of thinking è il nome di un’associazione culturale, fondata nel 1996 in forma strumentale per l’operatività della sperimentazione (ricerca).
La ricerca si è mossa dall’ambito specifico dell’arte performativa (azione) pubblica e partecipativa per indagare e svelare i meccanismi di base del processo creativo, in particolare quando questo è collettivo; si è focalizzata quindi sul “come” agire, lasciando la questione della “forma dell’azione” all’interno del processo creativo collettivo, come risultato generato dal lavoro del gruppo.

L’intenzione di svelare i meccanismi sottostanti ad un processo creativo interdisciplinare vuole rispondere ad un bisogno e dimostrare la possibilità di agire in modo armonico e responsabile per “trasformare” micro e macro aree (dimensioni) della società civile, in equilibrio con la natura e lo stato di fatto.

Si vuole qui raccogliere i punti focali dai quali la ricerca si è mossa in questi 15 anni e presentare alcuni risultati dimostrati nella sperimentazione, che saranno oggetto di un futuro approfondimento, al fine di redigere e pubblicare una metodologia di buon governo dei processi creativi collettivi rivolti alla costruzione di un bene (benessere) comune.

I focus della ricerca, sono qui espressi in forma di quesiti di base che hanno cercato risposta attraverso l’attuazione di specifici processi collettivi, in 15 anni. Le informazioni sui singoli progetti realizzati sono disponibili in www.artway.info.

Qual è lo spazio che l’arte gradisce? 1992 cuspide cagliari
Come passare dall’idea del singolo ad una progettazione collettiva? 1993 cuspide venezia
In un sistema statico, l’ascolto dei sogni e bisogni è lo start up del cambiamento? 1994 lebensmittel
Qual è la funzione di un museo (o istituzione di promozione) d’arte contemporanea? 1994 zona-riuso
Qual è il cuore dell’arte, oltre le diverse forme espressive?
La personalità del creatore come influisce nell’atto creativo? 1995 qual’é il cuore?
Un atto creativo può cambiare un punto di vista collettivo? 1995 chiese evoluzioniste
Pensando ad una azione artistica nel sociale, quale economia alternativa al mercato dell’arte? 1995 box-culture
Come gruppo, quale forma societaria utilizzare per agire in ambito pubblico? Quale la forma più semplice e flessibile? 1996 fondazione dell’associazione artway of thinking
La relazione, il dialogo, lo scambio, il dono. Sono questi gli ingredienti base della co-creazione multidisciplinare? 1996 chow
Una visione di sviluppo sostenibile si fonda sulla messa a sistema di tutte le risorse potenziali e disponibili? 1997 leader ii
Tra arte e architettura c’è un linguaggio comune? E una prassi condivisibile? 1997 concorso inu-wwf
La mappa di un territorio porta i segni del suo potenziale futuro? E il DNA di una persona? 1999 prusst
Come entra l’arte relazionale in un’esposizione d’arte contemporanea? 1999 con molto piacere
Qual è la funzione sociale dell’artista contemporaneo? In quale forma può operare nella società civile, oltre l’ambito specifico dell’arte? 2000 perchè/?
L’arte sposta i confini della percezione? 2000 oltre
L’artista può essere un enzima di trasformazione sociale responsabile? 2000 dirigibile
L’arte è un lusso? O un bene comune da coltivare? 2001 l’arte è un lusso?
Come nasce una visione collettiva? La partecipazione ad un processo creativo collettivo aiuta a creare responsabilità sociale? 2001 ms3
Come si realizza un’impresa solidale? 2001 welcome in venice
Come agevolare l’espressione creativa dei ragazzi? 2002 porto un nuova città
L’arte è un’espressione divina? 2003 relation:ships
Come funziona il processo creativo? Come volgerlo verso il bene comune? 2003 processi creativi
Arte e creatività possono essere strumenti per superare i confini sociali? 2004 boa
L’arte può aiutare a svelare realtà nascoste di una città? Può offrire momenti di mediazione politica? 2004 urban apriamo i muri
Come superare luoghi comuni e preconcetti che ostacolano la nascita del nuovo? 2005 cantieri la ginestra
Quali caratteristiche dovrebbe avere un organismo che vuole essere motore per lo sviluppo locale? 2005 nuove generazioni
L’inclusione sociale riguarda tutti? Entrare in gioco con consapevolezza è l’azione necessaria? 2006 inclusion refugees network
Una comunicazione efficace è sintomo di una buona relazione con se stessi e con gli altri? 2006 master in comunicazione creativa ed etica
Per costruire una società più equa, le donne quali valori possono mettere in gioco? 2006 la politica delle donne

La sperimentazione attraverso i singoli processi creativi collettivi ha portato a identificare fasi e strumenti del processo, che ordinati costruiscono una metodologia. Sono emersi inoltre rischi e ostacoli sia nell’operatività di gruppo interdisciplinare, sia nel grado di sostenibilità e integrazione della nuova produzione (risultato del processo); si sono quindi inseriti nella metodologia prassi specifiche, approcci e ulteriori strumenti per il buon governo delle dinamiche di gruppo, la progettazione interdisciplinare e la sostenibilità dell’impresa a lungo termine.

Di seguito si elencano alcuni temi base affrontati nella sperimentazione, in forma di enunciati, presentati in 4 capitoli.

CAPITOLO UNO
(creatività, individuo creatore / creatrice, atto creativo)
La creatività è un’energia intrinseca nell’individuo, il contesto esterno (cultura, società) può stimolarla o bloccarla, così come il carattere della personalità; è un bene comune e come tale ha un valore da riconoscere e accrescere, nel singolo e nel collettivo.
L’espressione creativa è un modo per mettersi in relazione, un modo che rende più liberi.
L’atto creativo è un atto di volontà, dove l’energia è in azione: un atto consapevole dell’utilizzo di questa energia.
L’atto creativo è un gesto naturale, è il riflesso del creatore; è salutare, se non agito porta malessere. Tutti possiamo compierlo.
L’atto creativo è l’unico modo per cambiare, sia nella dimensione personale sia in quella collettiva.
L’atto creativo può essere di trasformazione o di fondazione; nel primo caso gli elementi necessari alla nascita del nuovo sono già presenti nel contesto considerato, nel secondo caso sono presenti nell’essere del creatore/creatrice.
Quando l’atto creativo è collettivo, aumenta la sua potenza e la sua influenza.
L’energia creativa in azione è auto-generante. Un atto creativo che volge al bene comune non è egoico, senza dubbio è una somma di interessi di parte. L’atto creativo parte dal sé, dipende dallo stato dell’individuo creatore/creatrice, è influenzato dalla sua personalità, che ne determina il punto di vista, il sentire e l’agire. Un atto creativo consapevole non può prescindere dal funzionamento della “macchina umana”.
L’opposto di uno stato creativo è uno stato conformista.
Noi siamo i creatori della nostra realtà (neuroscienze).

CAPITOLO DUE
(idea, sogno, punti di vista, osservazione)
I preconcetti limitano le possibilità di vedere, comunicare, essere. Il più delle volte noi vediamo solo quello che ci aspettiamo di vedere, ma è sufficiente cambiare il punto di vista per percepire nuovi orizzonti.
Il sogno è un potente strumento di sopravvivenza, è risorsa personale.
I sogni seguono un’etica personale: condividerli, accrescerit li e renderli comuni è un atto generoso.
Nel sogno le azioni sono continuamente adattate ai bisogni vitali, la paura e il giudizio sono strumenti di elaborazione creativa, non d’oppressione. Lasciare spazio ai sogni è un atto di estremo coraggio.
Sogni e bisogni inducono a svelare potenzialità e obiettivi. I punti di vista dipendono dalla posizione spazio-tempo dell’osservatore e dalla sua personalità (storia e cultura).
Preconcetti e luoghi comuni sono punti di vista fissi.
L’incapacità di cambiare il punto di vista (e quindi di relazionarsi con altro) impedisce la trasformazione (atto creativo); gli ostacoli più grandi sono la paura del cambiamento e la fatica di rompere le regole del sistema precostituito. Punti di vista soggettivi trovano interrelazione nel collettivo (dai luoghi comuni alla multidisciplinarietà).
L’osservazione è data dalla somma dei punti di vista raccolti, soggettività e temporaneità sono valori da rispettare. L’osservazione è alla base di ogni atto di trasformazione responsabile, sia personale sia sociale.
Proprietà vitali del gruppo-organismo: Apertura/ Inclusione/ Partecipazione, Temporaneità/ Riconfigurabilità, Reticolarità/ Simultaneità, Auto-rigenerazione/ sviluppo.
Ruoli base (temporanei) funzionali al buon governo del processo creativo: l’osservatore esterno, il coordinatore, il portavoce.
Un gruppo portatore di una nuova visione, si espande stimolando la partecipazione, concretizza la visione programmando le attività, diventa divulgatore.
Atteggiamenti nel lavoro di gruppo: spontaneità nel controllo, lentezza nella velocità, intuizione nella logica, ascolto nel decidere, prendersi cura nel dirigere (coordinatore), creatività nel costruire, orizzontalità nella gerarchia, armonia tra i generi.
Alcune reazioni sono comuni a tutti, insite nel patrimonio genetico dell’umanità (genetica comportamentistica).
L’osservazione è il punto di partenza di un processo di cambiamento; in un processo collettivo è il punto in cui le parti si incontrano.
Lo scopo dell’osservazione è la raccolta indifferenziata di ciò che già esiste, con l’obiettivo di individuare nuove prospettive rigeneratrici.
Punto di osservazione: uno stato di curiosità e contemplazione, senza giudizio sul giudizio.
Alcune aree di analisi del contesto: ambiente fisico, ambiente sociale (attori sociali e socialità) storia, vocazioni e potenzialità, risorse, servizi, attività produttive, collaborazioni e reti, punti deboli e di eccellenza.
Osservazione è anche ascolto (dal committente alla cittadinanza).
Noi possiamo cambiare la nostra realtà, cambiando un nostro punto di vista (neuroscienze e teoria della relatività).

CAPITOLO TRE
(relazione, processo creativo collettivo, gruppo, ruoli, atteggiamenti)
Per innescare un processo creativo collettivo rivolto alla costruzione di un bene comune, è necessario passare dalla visione del singolo a quella del gruppo; innescare un nuovo processo relazionale diventa il punto focale del percorso.
Le risorse principali sono umane: le persone con le proprie paure, capacità, sogni, motivazioni…
“Creare cultura” si potrebbe tradurre con “dare spazio all’espressione individuale nel collettivo”, “accrescere il bene culturale” significherebbe allora “investire in Soggetti”, in quest’ottica il prodotto cultura è il risultato dell’amare.
Condividere idee e punti di vista personali fino alla progettazione di gruppo (interdisciplinare): questioni di relazione.
La base di fiducia (apertura verso la diversità e la trasforma zione) è il terreno per il passaggio dal singolo al collettivo.
Un gruppo esiste fin quando tra i singoli esiste una finalità comune; funziona con linguaggi e prassi condivise; è incisivo quando agisce in modo programmato e organizzato (buon governo del processo), secondo ruoli e capacità (talenti e competenze).
La definizione dei ruoli è il risultato di un dialogo tra i componenti del gruppo con l’obiettivo di costruire un organismo armonico e solidale, dove tutte le parti si sentono appagate.

CAPITOLO QUATTRO
(realizzazione, attività specifiche, economia solidale, sostenibilità, integrazione)
Parliamo di un’azione che non ricerca la compiutezza, ma si realizza nel processo del suo divenire. Fare un capolavoro è realizzare un’opera riconosciuta dalla collettività.
Nella programmazione delle attività si prevedono: valori etici ed estetici, condivisione, metodi e pratiche specifiche, risorse umane esistenti e da individuare, definizione di ruoli e competenze, formazione e allineamento dei partecipanti, progettazione delle attività puntuali per ogni linea d’intervento, pianificazione della rete di supporto e analisi delle correlazioni, risorse materiali esistenti e da individuare, verifica della sostenibilità degli interventi, pianificazione degli sviluppi futuri, tempistica,
Gantt, strategia di comunicazione, strategie di comportamento.
La collettività ha il diritto di sognare e di progettare il proprio futuro, l’economia solidale è una prassi concreata e vantaggiosa per l’attuazione.
Due principi su cui si basa l’economia solidale: il primo è la consapevolezza che l’uomo è un insieme di risorse; se sveliamo tutte le risorse potenziali di ogni partecipante ad un’impresa sociale, abbiamo un incredibile capitale da mettere a sistema.
Una buona impresa sostenibile parte dalla messa a sistema di tutte le risorse potenziali dei singoli partecipanti.
Il secondo fattore è la consapevolezza che il lavoro deve essere visto come un’opportunità di valorizzare se stessi, di creare autonomia, di mettere in gioco i propri talenti e le proprie capacità, di creare benessere e non di creare dipendenti o dipendenze.
Un’impresa di economia solidale nasce da un’insieme di sei fattori che ogni essere umano ha: la capacità di fare (forza lavoro), i mezzi materiali, la conoscenza, l’organizzazione e la gestione, l’economia (il denaro, la finanza) e il fattore C, ovvero la capacità di stare insieme.
L’impresa solidale è la costruzione di un processo che riorganizza questi sei fattori in un sistema capace di valorizzarli e renderli produttivi. Costruire impresa, deve innanzitutto favorire la crescita, l’autonomia e la felicità dell’individuo in armonia con ciò che lo circonda. Costruire insieme utilizzando l’economia solidale espande il potenziale dell’individuo che si sente partecipe di un insieme di idee, valori e risorse chiamate comunità. È azione sostenibile ed integrata perché parte dalle risorse e dalle capacità di mettersi in gioco dei singoli (l’Economia solidale di Luis Razeto e l’Economia sostenibile di Serge Latouche).
L’intenzione di approfondire la ricerca sul processo creativo interdisciplinare rivolto al bene pubblico si lega alla volontà di collaborare con chiunque trovi motivo di offrire il proprio contributo. Nel programma c’è lo sviluppo di un piano di finanziamento e fundraising per supportare il lavoro necessario alla pubblicazione della metodologia.

di artway of thinking [Stefania Mantovani e Federica Thiene], artiste

Testo pubblicato in "Progetto Arte – JOURNAL 11", Cittadellarte edizioni, Torino 2007.