n.o.v.a.civitas Nuovi Organismi di Vita Abitativa
creatività  responsabile in architettura

Esiste un concetto di civitas dell’arte intesa come posizione di responsabilità e di attività sul mondo, che si esercita non solo a livello locale, ma che considera tutto il pianeta come la propria casa. Nella visione cosmopolitica della civitas dell’arte il locale diventa il globale. A Cittadellarte il rapporto tra arte e sostenibilità supera la dimensione dell’annuncio per entrare nella sfera progettuale, nel mondo del fare.

L’abitare, la casa, rappresenta lo snodo primario del rapporto organico tra la persona e l’ambiente, spazio in cui si forma e si organizza la società. L’abitazione, a Cittadellarte, è considerata cosa viva, parte della natura, punto di incontro tra l’uomo e il mondo che lo circonda. “Abitare”, dunque, è inteso come terza pelle dell’uomo – dopo l’epidermide e l’abito – e anche come habitat planetario.
La consapevolezza che l’architetto è tra gli attori principali della trasformazione dell’ambiente costruito e che ogni sua scelta ha un forte impatto sul mondo circostante è il principio ispiratore dell’ufficio architettura, che indirizza la sua attività alla riqualificazione di una Architettura eticamente, culturalmente, tecnicamente e profondamente impegnata a far tornare il territorio, la città e la casa ad essere un organismo vivente. L’Ufficio progetta e realizza edifici secondo i criteri dell’Architettura Naturale, un’architettura che sia parte integrante di un più grande sistema sociale che tende all’equilibrio tra natura e artificio.

Nel 2008 è nata, all’interno dell’ufficio, n.o.v.a.civitas Nuovi Organismi di Vita Abitativa s.r.l., un’impresa di costruzione e commercializzazione di prodotti e materiali di origine naturale o riciclati al fine di promuovere la sostenibilità in architettura e edilizia attraverso mostre, eventi e attività rivolte a professionisti e tecnici delle costruzioni, ma anche al cittadino, per sensibilizzarlo al consumo critico e consapevole di un prodotto che unisce alta qualità e responsabilità sociale.

 

COWORKING DI PROGETTAZIONE SOSTENIBILE

Cittadellarte da ottobre 2017 apre negli spazi di n.o.v.a. civitas il nuovo COWORKING DI PROGETTAZIONE SOSTENIBILE.

Questo Coworking apre le porte a chiunque lavori con una pratica professionale o un’attività di ricerca con in mente il sogno di una città sostenibile sotto ogni punto di vista; dal costruire edifici al pensare spazi comuni, dal rapporto con l’agricoltura a quello con la manifattura, dalla coabitazione alla mobilità, dall’energia alla formazione e alla cultura etc…
Il Coworking nova civitas vuole essere un hub in cui far convivere e congiungere le istanze dei bisogni di mercato con quelle individuate da una visione impegnata a pensare e contribuire a realizzare un mondo migliore.
Il Territorio è quello locale, ma con una visione e una sensibilità culturale che esprimono un senso di responsabilità globale.
“nova civitas coworking di Progettazione per una città sostenibile” assume come riferimento culturale il laboratorio ventennale di Cittadellarte, con tutte le attività e le sue radici nel pensiero e nell’opera di Michelangelo Pistoletto: in particolare il Manifesto dell’Ominiteismo e della Demopraxia e la visione del Terzo Paradiso.
Il Coworking di Architettura dà la possibilità di partecipare a progetti comuni in un ambiente stimolante e creativo. Gli spazi condivisi di coworking consentono di ridurre i costi e superare l’isolamento aprendo nuove collaborazioni lavorative ed entrare a far parte attiva di una comunità allargata e molto varia che opera intorno a Cittadellarte a Biella e nel mondo.

COWORKING di ARCHITETTURA
n.o.v.a.civitas
nuovi organismi di vita abitativa

Orari d’apertura: 24/24 h
Costo a persona: 200€ (più IVA) al mese
INFORMAZIONI:
Emanuele Bottigella   |   e.bottigella@cittadellarte.it

ll Museo del futuro si costruisce lavorando, agendo per quello che si vorrebbe realizzato nel mondo di domani: è un modo di impegnarsi per produrre in maniera nuova. Il Museo del futuro rappresenta l’habitus mentale che prefigura possibilità concrete, non idealiste, di sviluppo sostenibile. Si propone, dunque, come manifesto di un approccio sensibile nei confronti dell’ambiente e della sua salvaguardia. I suoi spazi accolgono attualmente attività pratiche e di ricerca legate all’Architettura naturale e alla Moda bio etica e sostenibile.
(Michelangelo Pistoletto)


Foto: Lorenza Daverio

L’approccio architettonico della ristrutturazione del Museo del Futuro ha considerato l’edificio come un nuovo organismo di vita abitativa e il suo involucro come la sua pelle naturale, costituita da notevoli spessori di isolante e microgeneratori di energia elettrica per l’alimentazione di un sistema di riscaldamento e raffrescamento che utilizza l’energia solare, l’aerazione naturale, una copertura piana verde coibente e vetri a bassa dispersione termica. L’impiantistica utilizza tecnologie avanzate in grado di sposare semplicità gestionale, basso consumo, benessere fisiologico e materiali naturali. Il progetto ha mantenuto intatta la struttura originaria di mattoni pieni, riducendo al minimo il fabbisogno energetico di tutto il complesso architettonico, nonostante le condizioni climatiche sfavorevoli peggiorate dall’orientamento della facciata principale e lo scarso irraggiamento solare diretto in certi periodi dell’anno.
Al di sotto della zona uffici è stato creato un vespaio aerato mediante la posa di una soletta in legno massello sopraelevata rispetto al piano di calpestio di 25 centimetri. Sopra alla nuova struttura è stato posato un isolamento termico con guaina impermeabilizzante e un pavimento a doghe di legno rovere, posato a secco su granulato minerale, successivamente trattato con oli a base di miele ed essenze naturali.
L’illuminazione naturale è controllata da tende, comandate dalla posizione del sole per evitare l’insolazione diretta e il conseguente surriscaldamento, soprattutto nella facciata sud e ovest. In estate, i lucernari posti nella copertura piana sovrastante la zona uffici e le coperture a falda delle zone espositive consentono il raffrescamento notturno del l’edificio, sfruttando la ventilazione naturale e l’inerzia termica dei muri, limitando il surriscaldamento diurno.
Le coperture dei saloni della ex centrale elettrica sono state ricostruite a doppia falda, realizzate con la struttura principale in legno lamellare e un pacchetto di isolamento in lana e fibra di legno mineralizzata. La copertura della zona uffici e del salone espositivo lungo il Cervo orientato a nord, sono piane, pavimentata la prima e verde la seconda. La scelta del tetto verde a copertura del salone espositivo è derivata dalla volontà di rispondere a istanze di sostenibilità, non solo per le elevate prestazioni termofisiche fornite, ma anche per il contributo efficace offerto nella riduzione delle polveri sottili in atmosfera e dei gas a effetto-serra.
Le pareti perimetrali di tutto l’involucro dell’edificio sono opportunamente isolate mediante pannelli di sughero, che formano un cappotto interno. Sulla superficie di quest’ultimi, internamente, è stato steso un doppio strato di argilla, materiale naturale e perfetto regolatore termo- igrometrico. Le superfici esterne sono state trattate con calce idraulica naturale. Con una simile stratigrafia la parete risulta completamente traspirante.
Inoltre è stata data particolare attenzione alla scelta dell’arredamento, per rispondere ai criteri di sostenibilità rispettati in tutta la ristrutturazione. I tavoli sono in legno massello di rovere assemblati a secco, senza uso di colle ma con metodi d’incastro particolari. La libreria,i mobili e le soglie sono in lamiera nera trattata ad olio, tutti studiati a disegno. Le sedie per l’ufficio e per la sala riunioni sono ecologiche, riciclabili fino al 94% e prodotte con materiali riciclati almeno al 35%.
Non ultima di importanza, la scelta delle imprese e degli artigiani locali, a cui si è trasmessa una continua formazione sull’utilizzo di materiali naturali tecnologicamente avanzati, ha rappresentato un elemento importante per la riuscita del progetto e per la diffusione dello “stile costruttivo” sul territorio.


Foto: Enrico Amici

Materiali e tecniche costruttive
Tutti i materiali usati sono di origine naturale, riciclabili, traspiranti e con certificazioni ecologiche sia italiane (ANAB-ICEA) che europee (naturalplus). Le finiture sono di materiali di origine vegetale o minerale (calce idraulica naturale, argilla, pitture da chimica vegetale), gli elementi costruttivi portanti sono in legno d’abete proveniente da foreste certificate, i trattamenti sono tutti di origine vegetale come l’olio di lino per le strutture lignee, gli isolanti sono in fibra di legno, sughero e truciolato impastato con argilla, i pavimenti in rovere e cemento pozzolanico.
Le tecniche costruttive utilizzate principalmente sono quelle a secco per ridurre l’impatto ambientale del cantiere, rendendolo pulito, veloce ed efficiente. è stato realizzato un sistema di riscaldamento e raffrescamento di tipo radiante a parete, a bassa temperatura in rame, che comporta elevate condizioni di comfort ambientale con il vantaggio di associare alla distribuzione della temperatura razionale e uniforme, bassissimi consumi (45 Kwh/m2/a – classe B), limitata manutenzione e ridotta movimentazione di polveri. Le serpentine dei pannelli radianti sono state coperte da intonaco di argilla. L’impianto termomeccanico è alimentato da un microcogeneratore che produce 45 Kwh termici e 20 Kwh elettrici, alimentato a biodisel.
Il progetto ha previsto un elevato spessore di isolamento sia controterra, a parete, che in copertura, per ridurre al minimo il fabbisogno energetico. E' stato realizzato a pavimento uno strato di 20 centimetri di cemento pozzolanico impastato con sughero per isolare il pavimento dall’umidità di risalita, un cappotto interno costituito da pannelli di sughero espanso dello spessore di 8 centimetri, un isolamento delle coperture mediante tre strati di fibra di legno a diversa densità, per un totale di 17 centimetri.

L’Ufficio Architettura e n.o.v.a.civitas Nuovi Organismi di Vita Abitativa s.r.l. sono impegnati nel progetto di risanamento e ristrutturazione sostenibile dei nuovi edifici acquisiti da Cittadellarte, un vasto comparto di archeologia industriale vincolato alla Soprintendenza per i Beni Architettonici e per il Paesaggio del Piemonte, all’interno del Parco Fluviale del torrente Cervo, adiacente al nucleo originario di via Serralunga 27 a Biella. La tipologia costruttiva è di tipo industriale, risalente alla fine dell’Ottocento e inizio Novecento.
Gli spazi vivono oggi, grazie a Cittadellarte, una rinascita di attività diventando contenitori di un cantiere creativo che pone l’arte al centro di una trasformazione sociale responsabile.
 
Dal punto di vista della ristrutturazione l’intero complesso, la cui superficie ammonta a circa 27.000 metri quadrati di cui 21500 di superficie coperta, può essere suddiviso in cinque diverse aree, con specifiche destinazioni d’uso. Descrivendo da nord a sud i vari complessi si realizza la visione progettuale d’insieme, che integra le esigenze dettate dall’intensa e variegata attività di Cittadellarte.



Lotto 1 – il complesso ex lanificio Emilio Trombetta, è stato acquistato nel 1991, nel corso dei successivi dieci anni è stato oggetto di un attento restauro conservativo, sia della parte nobile settecentesca che della manica “manchesteriana”, risalente alla metà del ’800. Oggi rappresenta il nucleo originario di Cittadellarte. La sua superficie è di 7.000 metri quadrati, posti su 4 piani e dedicati alle attività organizzative, produttive, espositive, amministrative, congressuali, di ristoro (Cafeteria) e ospitalità, commerciali (Store) della Fondazione.

Lotto 2 – la casa residenziale dell’ex complesso industriale Maurizio Sella, detta Casa Ponte Cervo, fu la casa degli impiegati della filatura Sella alla fine del ‘800. Snaturata nel suo complesso a seguito di numerosi interventi di abusivismo privato che ha stravolto le piante originali degli appartamenti interni, prevede la creazione di una Foresteria con una serie di residenze, complete di servizi, che consentiranno l’ampliamento della capacità recettiva di Cittadellarte. L’intervento, per quanto riguarda il volume, le facciate, lo scalone di accesso, la struttura portante in pietra, sarà volto a mantenere lo stabile quanto più possibile fedele all’impianto originario, ma verrà svuotato all’interno dalle superfetazioni realizzate negli anni per creare un impianto alberghiero moderno e completamente sostenibile. L’operazione darà la possibilità di fruire di 1.500 metri quadrati totali.

Lotto 3
– l’insediamento industriale ex lanificio Canova è costituito da fabbricati di tipo industriale, risalenti ai primi anni del ’900, per una superficie di circa 7.000 metri quadrati che, fino all’acquisizione dell’area da parte di Cittadellarte, erano destinati alla produzione di filato e ad attività artigianali, composti da magazzini, uffici e laboratori. Questo complesso immobiliare verrà diviso in tre aree, che verranno occupate rispettivamente dal Museo del passato, destinato a ospitare le opere di Michelangelo Pistoletto e degli artisti dell’Arte Povera; dal Museo del presente, un grande spazio espositivo per giovani artisti contemporanei; e dal Museo del futuro, costituito da due parti fondamentali, una ottocentesca originariamente adibita a centrale idroelettrica ad uso della filatura Sella, e una più recente, risalente agli inizi del ‘900, destinata all’attività dell’industria tessile. Attualmente
l’area è destinata alle attività dell’Ufficio Architettura, n.o.v.a.civitas Nuovi Organismi di Vita Abitativa s.r.l. e dell’Ufficio Moda di Cittadellarte.

Lotto 4 – insediamento industriale ex fondazione Angelino, complesso immobiliare di circa 3.000 metri quadrati di diversa natura ed epoca e che si snoda tutto intorno a un cortile comune, destinato alle attività del Centro per l’educazione e la formazione continua, con spazi adibiti alla Scuola Libera Maria Montessori - Cittadellarte, alle attività di formazione rivolta alle imprese e al Centro di riuso creativo ReMidaBiella. Lotto 5 – il primo insediamento industriale ex lanificio Emilio Trombetta, edificato presumibilmente intorno al 1840, costituisce un importante esempio di archeologia industriale, tutelato dal ministero dei beni culturali. I circa 3000 metri quadrati di superficie edificata di questo lotto, una volta recuperati, ospiteranno il Centro per l’arte e l’interculturalità.
Info:
n.o.v.a. civitas nuovi organismi di vita abitativa
presidente: Paolo Naldini

responsabili per la progettazione: Architetto Armona Pistoletto, Architetto Emanuele Bottigella