Selvatica Scientifica: una mostra a Cittadellarte con la Mela Reintegrata e dieci progetti di trasformazione responsabile nell’ambito di Selvatica, dal 21 maggio al 3 luglio 2016

La Redazione,18/05/2016

La Mela Reintegrata dialoga con dieci progetti di trasformazione responsabile nell'ambito di Selvatica la natura in festival, a Biella dal 21 maggio al 3 luglio 2016.

 

 SELVATICA SCIENTIFICA

 

La Mela Reintegrata dialoga con dieci progetti di trasformazione responsabile
nell’ambito di Selvatica la natura in festival,

a Biella dal 21 maggio al 3 luglio 2016

ORARI:
da martedì a venerdì su prenotazione
sabato e domenica solo con visita guidata alle 12.00 – 15.30 – 17.30

In occasione della rassegna Selvatica la natura in festival – organizzata dalla Fondazione Cassa di Risparmio di Biella con il patrocinio della città di Biella – la Mela Reintegrata di Michelangelo Pistoletto del nuovo spazio espositivo di via Cernaia accoglie la presentazione di dieci progetti scientifici impegnati a tradurre in realtà concreta il simbolo che essa stessa rappresenta.
Il festival vuole celebrare la natura in tutta la sua meraviglia attraverso l’interpretazione di diverse espressioni d’arte visiva: fotografia, pittura, cinema. Le sedi della rassegna sono: Palazzo Gromo Losa, Palazzo Ferrero, Museo del territorio biellese, Fondazione Sella ONLUS, Biblioteca civica di Biella, Biblioteca di Città Studi e Cittadellarte.
Il programma comprende anche un fitto calendario di laboratori didattici, poiché il festival non vuol essere solo una vetrina, ma vuole lasciare un segno ai suoi visitatori, soprattutto ai più giovani.
Il senso di tutta l’operazione è quello di andare oltre la semplice scelta di artisti di qualità che nella loro poetica abbiano inserito la natura, cercando di dare un senso più ampio a un tema sempre attualissimo e più che mai urgente.
Selvatica Natura in Festival
5° edizione
dal 21 maggio al 3 luglio 2016
Inaugurazione venerdì 20 maggio 2016 ore 18.00
A cura di Alessandra Redaelli e Fabrizio Lava
 
SELVATICA SCIENTIFICA 
La mostra a Cittadellarte è stata ideata nell’ambito del 2° Forum Rebirth – La Mela Reintegrata, costituendone quindi una ricaduta e uno sviluppo in territorio biellese e auspicabilmente un collegamento permanente con il “cantiere Rebirth” che si svolgerà per la durata di un anno come seguito del Forum stesso.
La Mela Reintegrata presente nel nuovo spazio espositivo di via Cernaia è stata realizzata da Michelangelo Pistoletto e Cittadellarte, in collaborazione con la Fondazione Zegna, rivestita di lana, fibra che rappresenta perfettamente la visione di un equilibrio sostenibile tra natura e industria, poiché la pecora svestendosi veste gli uomini che le procurano sopravvivenza cosicché essa stessa si rivesta per continuare in un ciclo sostenibile e rinnovabile.
La mostra intende porre enfasi sull’aspetto scientifico dei progetti esposti, progetti che spaziano in ambiti molto diversi, ma tutti connessi alle tematiche della sostenibilità e del risparmio energetico che necessariamente devono diventare obiettivi primari nella ricerca scientifica.
Selvatica Scientifica intende anche essere uno spunto di riflessione per tutti sulla necessità di cambiamento attraverso alcuni esempi di istituzioni di tutto il mondo impegnati a proporre tecnologie innovative e soluzioni efficaci per far fronte ai problemi urgenti del nostro pianeta.
I dieci progetti esposti:
Un panno di lana per ripulire il mare – Progetto woolres, wool recycle ecosystem (Italia)
Il piatto fatto di riso – Piatti Vipot (Italia)
La luce ad acqua e sale – Green House co. (Giappone)
Edifici che producono energia pulita – Sunerg Solar (Italia)
La plastica da rilasciare nell’ambiente – BioPlastica PLA (USA)
Petrolio dalle discariche – Sistema P2P (Irlanda/India)
Trasporto aereo senza rischi e senza impatto ambientale – Skycat (USA/UK)
La barca più ecologica del mondo – Turanos PlanetSolar (Germania)
L’auto del futuro – Tesla Motors Inc (USA)
Carta, sasso, ma niente forbice – Repap Ogami (Europa)
Michelangelo Pistoletto
Dalla Mela reintegrata al potere risanante della scienza

testo critico di Alessandra Redaelli
In un festival artistico dedicato alla natura, a Biella per di più, non poteva mancare la figura chiave di Michelangelo Pistoletto. Lui, maestro dell’arte povera, da sempre ha cercato di centrare il punto nevralgico in cui arte e vita coincidono. Fin da quella Venere degli stracci diventata un’icona.
Oggi arte e vita coincidono qui, nel nodo focale del rapporto tra noi e la terra che abitiamo. E Pistoletto questo tema lo conosce bene. Negli spazi di Cittadellarte, quella che si potrebbe definire la roccaforte biellese del bello sostenibile, l’artista indaga su quali siano le possibili risposte della scienza al bisogno di ricostruire questo rapporto.
Anche il senso del suo Terzo Paradiso risiedeva proprio lì, nella ricerca di un futuro virtuoso dopo il distaccamento dell’umanità dal suo stato naturale. Un segno d’infinito andava moltiplicandosi per formare un sillogismo perfetto che ricostruisse la nostra integrità: tra i due cerchi opposti di natura e artificio un terzo cerchio (centrale, il cuore) rappresentava il grembo rigenerativo di una nuova umanità riconciliata con il suo stato di natura. Ed è sostanzialmente lo stesso concetto che sta al centro della Mela Reintegrata, raccontato in un’opera-simbolo che oramai, dall’Expo alla Stazione Centrale di Milano dove ha trovato la sua sede poche settimane fa, è diventata l’emblema di una possibile riconciliazione. Il morso alla mela ha sancito la cesura tra l’uomo e la Natura nel passo biblico del serpente tentatore e questa mela, che porta orgogliosa il segno della sua ricucitura (come una cicatrice che decidiamo di non cancellare, perché memoria di un momento cruciale della nostra vita), appare come l’unica risposta possibile. Ma la mela, la mela morsicata, è anche un logo di fama planetaria, simbolo di una tecnologia sempre più sofisticata, sempre più profondamente radicata nella nostra esistenza e nella nostra quotidianità. Ecco dove si gioca la genialità di un artista che a 82 anni ha ancora il piglio del ragazzino entusiasta e che proprio come un ragazzo ha voglia di preoccuparsi del futuro di questo disastrato pianeta.
“La discrepanza enorme, fondamentale, risiede nel fatto che viviamo ancora di una mentalità predatoria, di origine animale, che abbiamo, mediante la cultura, trasportato nell’umano dividendo gli esseri umani in razze: il che ci permette di trattare i nostri simili come bestie e di cibarcene, a tutti i livelli”, dice Michelangelo Pistoletto. “Oggi viviamo un cannibalismo culturale che contrasta totalmente con l’avanzamento tecnologico che abbiamo sviluppato. Dobbiamo trovare quindi un equilibrio tra scienza, tecnologia e senso dell’umano, che dobbiamo finalmente conquistare in tale equilibrio. Ecco perché il simbolo della mela, che è diventata interamente tecnologica, deve essere ricomposto. La scienza deve aiutarci a riportare questa fuga dalla natura verso la natura”.
Il progresso e la tecnologia ci hanno portato lontano, per certi versi troppo lontano. Possono in qualche modo trovare una via virtuosa? Secondo l’artista sì. Proprio a una scienza virtuosa e attenta sovrintende infatti la Mela Reintegrata che accompagna questa edizione di Selvatica. In mostra l’affiancheranno una serie di progetti scientifici volti in quella direzione, progetti che vanno dalle Michelangelo Pistoletto Dalla Mela reintegrata al potere risanante della scienza nuove frontiere della mobilità sostenibile (con automobili elettriche ad altissime prestazioni pensate per il mercato di massa e barche a energia solare capaci di ospitare fino a 200 persone e di raggiungere i quattordici nodi orari di velocità) ai nuovi moduli fotovoltaici capaci di alte prestazioni anche in condizioni di ombra; dalle mini serre per coltivare senza utilizzare né terra né acqua anche in ambienti aridi, alla carta completamente biodegradabile ottenuta utilizzando carbonato di calcio e resine biodegradabili invece degli alberi; dalle bioplastiche fino all’olio combustibile ricavato dai rifiuti di materie plastiche.
All’insegna della rinascita, dunque, ma anche di un’arte che sia, come auspica l’artista, motore del cambiamento. Perché l’arte non è mai un fatto privato: l’arte è sempre pubblica, spiega Pistoletto. E Paolo Naldini, direttore della Fondazione Pistoletto, rinforza il concetto. “A partire da quello che è accaduto in Francia nell’Ottocento”, spiega Naldini, “l’arte occidentale si è sciolta da qualsiasi condizionamento sociale per diventare totalmente autonoma. Ma l’autonomia significa anche responsabilità: dal momento in cui nessuno condiziona l’artista egli è totalmente responsabile di quello che il suo lavoro comunica”. Ecco perché l’arte è e deve essere in prima linea. Ed ecco anche il senso delle mostre e degli eventi che a partire dal 1° luglio, in una sorta di proseguimento ideale di Selvatica, troveranno spazio alla Fondazione Pistoletto. Come quella dedicata a Leone Contini, protagonista di una residenza a Cittadellarte che Naldini ci tiene a definire “residenza di connessione”, proprio per l’intersecarsi delle motivazioni artistico/culturali/sociali con quelle proprie della Fondazione. Il tema del progetto ruota intorno alla terra e più precisamente all’agroalimentare; si tratta infatti di un’installazione di piante che raccontano le migrazioni dall’est. Un altro progetto, sotto la supervisione scientifica di Silvia Franceschini, fa luce sulle principali piattaforme di educazione al cambiamento sociale nel mondo e sarà corredata da video, fotografie e testi. E ancora, un’intrigante installazione di sessanta ritratti fotografici mapperà le più recenti realtà che stanno trasformando il territorio biellese nella direzione della sostenibilità. Mentre sarà proprio il maestro Pistoletto protagonista di una mostra che raccoglie una ventina di lavori – per lo più oli – immediatamente precedenti la serie degli specchi.
Arte e scienza, dunque, si intrecciano qui in un ricamo complesso che secondo la Fondazione Pistoletto dovrebbe portare a una sempre più profonda consapevolezza della realtà del nostro ambiente e delle possibilità che ci sono per renderlo sempre più sano, accogliente, vivibile. E sulla capacità della società di acquisire questa consapevolezza, Naldini è ottimista: “Dai forum sul Rebirth a tutte le realtà legate al Terzo Paradiso, ho modo di constatare ogni giorno come la gente acquisisca via via una sempre più radicata consapevolezza. Il nodo, ora, resta quello della cooperazione, dell’organizzazione di un percorso virtuoso comune perché tutte queste potenzialità non vadano perse. Coordinare sarà la parola chiave del prossimo decennio”.