Arte al Centro 2017 di una trasformazione sociale responsabile
inaugurazione venerdì 23 giugno alle ore 18.30
Cittadellarte – Fondazione Pistoletto
Arte al Centro, giunta quest’anno alla sua ventesima edizione, è una rassegna di mostre, incontri e seminari che raccontano pratiche artistiche di trasformazione dei contesti sociali in cui si sviluppano, realizzate da Cittadellarte e dalla rete di soggetti internazionali che negli anni ha consolidato.
Arte al Centro costituisce la trama che i visitatori di Cittadellarte incontrano per un anno intero. Essa si presta ad essere fruita in prima persona in forme e modi a intensità variabile che portano i visitatori alla possibilità di praticare un coinvolgimento offerto da Cittadellarte come comunità aperta in continuo processo di ricerca e sperimentazione pratica.
Un’importante sezione di attività e progetti è quella che si concentra sul tema dell’Educazione, della Residenza d’artista come percorso formativo e di interazione con il contesto.
La mostra ManyMani di Mattia Paco Rizzi nasce da un percorso definito Residenza connettiva, ideato da Cittadellarte come dispositivo per far incontrare artisti invitati con progetti strutturali e di lungo termine che Cittadellarte sviluppa con i suoi partner territoriali.
L’esposizione Politics of Affinities curata da Silvia Franceschini prosegue una ricerca sulla residenza d’artista come enzima della trasformazione sociale, laboratorio permanente dal 2000 in Cittadellarte.
IN MOSTRA:
ManyMani
Mostra del Laboratorio di autocostruzione condotto da Mattia Paco Rizzi
A cura di Cecilia Guida e Juan Sandoval
Programma “Residenza Connettiva”
Progetto in collaborazione con la cooperativa sociale Tantintenti di Biella
Con la partecipazione di Malik Agachi e Yousuf Karim (CUCULA)
Politics of Affinities
Sperimentazioni tra Arte, Educazione e Politica
Mostra a cura di Silvia Franceschini
OPEN STUDIO di Murari Jha
UNIDEE – University of Ideas in collaborazione con Inlaks Shivdasani Foundation.
Prima dello specchio
Le prime opere di Michelangelo Pistoletto e la ricerca sull’autoritratto
Building demopraxy: i Forum e i Cantieri Rebirth
Installazione a cura di Ufficio Arte_Cittadellarte
Le Ambasciate del Terzo Paradiso
Installazione a cura di Ufficio Arte_Cittadellarte
Kids’ Guernica per la pace
Progetto a cura di Savina Tarsitano
AMACARIUM
Installazione a cura di Ufficio Arte_Cittadellarte
Geografie della Trasformazione
Mostra a cura di Ufficio Arte_Cittadellarte
23 GIUGNO 2017
PROGRAMMA DELL’INAUGURAZIONE
Cittadellarte-Fondazione Pistoletto
via Serralunga 27, Biella
ore 18.30
Inaugurazione ufficiale Arte al Centro 2017
Assegnazione del Minimum Prize
ore 15.00
LECTIO PLURALIS: PROGETTARE E IMPARARE L’INNOVAZIONE SOCIALE
Con Laura Milani, SocialFare, Annibale D’Elia
E con Hydro, Studio Superfluo, Cripta747, Bunker Torino, BIG Picture Learning, BI Young, Caritas-progetti migranti, Let Eat Bi, Giornata dell’Arte, e altri testimonial dell’innovazione sociale.
dalle 18.00
OPEN DAY del workshop “Surfaces”
un progetto B.E.S.T Studios in collaborazione con Naba Milano – Iaad Torino
Ore 18.30 – 20.00
Laboratorio creativo per la mostra ManyMani
Per bambini dai 4 ai 9 anni
Luogo: Spazio Didattica
I bambini potranno lasciarsi ispirare dalla loro creatività per realizzare oggetti e forme con legno e materiale di riciclo.
I tagli di legno sono scarti che provengono dal laboratorio di autocostruzione diretto da Mattia Paco Rizzi che si è svolto a Cittadellarte dal 15 maggio al 23 giugno e che ha dato vita alla mostra ManyMani.
a partire dalle 19.00
Programma musicale a cura di Spazio Hydro
Spazio Hydro (animato da Better Places APS) in collaborazione con Cittadellarte, promuove una serata con ospiti alcuni tra i progetti più innovativi della scena musicale italiana: POPULOUS live, MONO JAZZ dj-set, FILOQ live, BOOGIE NIGHTS dj-set.
Programma:
dalle 19.00 alle 21.00 presso Crossquare – la cafeteria di Cittadellarte
dalle 21.00 alle 01.00 presso il cortile di Cittadellarte
dalle 01.00 in poi la festa continua presso HYDRO (ingresso libero con tessera ARCI)
a partire dalle 20.00 Cena a cura di Crossquare – la cafeteria di Cittadellarte
Mostre aperte fino alle 24.00
In primo luogo, Populous.
Populous è Andrea Mangia, musicista e producer nato e cresciuto in Salento. Esordisce nel 2002 e da allora colleziona collaborazioni di grandissimo livello, mixando, remixando e sonorizzando artisti italiani e star internazionali, tanto che nel 2015 riceve il premio come Miglior Artista Italiano da parte della IMQF, la federazione dei festival italiani che propongono musica di qualità (tra cui Jazz:Re:Found, Elita Festival, Dancity, Terraforma e altri). Tra i primissimi a sperimentare la contaminazione tra il calore della word music e la freddezza del computer, nel 2016 si stabilisce per un periodo a Lisbona, dove lavora al suo nuovo disco Azulejos, (uscito il 9 giugno 2017). Un disco dove l’elettronica di Populous incontra la cumbia, mondo musicale di origine africana, in special modo angolana, paese che – in ragione del passato coloniale – ha mantenuto con il Portogallo un rapporto conflittuale e fortissimo. Populous presenterà dal vivo il suo nuovo lavoro con il supporto fondamentale dell’apparato visuale che anima la sua musica.
Il secondo ospite di grande riguardo è il progetto MONO JAZZ, un dj set dedicato al jazz delle origini (stampato per l’appunto su dischi mono) animato da Rocco Pandiani e Denis Longhi. Il primo, torinese di origine e milanese di adozione è considerato uno dei maggiori collezionisti di rarità su vinile a tema jazz e black music in generale. Il secondo, patron di Jazz:Re:Found festival e direttore artistico di Jazz About per la Provincia di Trento. Denis Longhi è stato il primo in Italia ad intuire quanto l’evoluzione più contemporanea del jazz (americano ed inglese principalmente) lo avrebbe portato ad interagire con le anime più urbane della musica contemporanea, come hip hop e soul.
Oltre ad una lista di collaborazioni e proposte da capogiro, Mono Jazz coltiva una strettissima relazione con Gilles Peterson, dj, produttore, giornalista radiofonico della BBC che è, nei fatti, l’autorità in materia di musiche ‘altre’ in Europa. La selezione che verrà proposta in occasione di Arte al Centro, sarà registrata per la puntata mensile che Mono Jazz cura per la radio Worldwide Radio di Gilles Peterson.
Il terzo artista è FILOQ, all’anagrafe Filippo Quaglia, dj/producer, esploratore sonoro e produttore discografico. Questo percorso parte dal porto di Genova e si apre al mondo, l'esordio discografico nel 2007 con “Le proprietà elastiche del vetro”, dove mette in comunicazione la canzone d'autore con sonorità elettroniche di ogni genere, realizzato con l'aiuto di Paolo Benvegnù. Filippo, stratega sonoro del collettivo elettronico-patchanka Magellano, con il suo progetto solista ha remixato e suonato con moltissimi artisti italiani delle estrazioni più disparate e, più di recente, ha portato il suo live in contesti di grande rilievo quali la preview 2017 di Jazz:Re:Found a Torino, dove ha diviso il palco con la celebratissima band americana di jazz rock Snarky Puppy e l’evento promosso da Club To Club Festival presso il Teatro Carlo Felice a Genova, suonando in apertura a Dj Marfox (ghetto sound Lisbona).
Hydro ospiterà poi, in chiusura di serata, il primo evento dei lunghi festeggiamenti per il decennale di BOOGIE NIGHTS, il sound system di Denis Longhi e PassEnger (ovvero Andrea Di Maggio) che di Jazz:Re:Found festival è una delle colonne sonore costanti, con la sua selezione disco, funk e house. Loro direbbero “Happiness is the way”.
In apertura alla serata, la Tafelmusik (musica da tavola) con una selezionatissima proposta a cura di un inedito duo biellese che appare con il moniker di PAELLA BEATZ.
Programma:
dalle 19.00 alle 21.00 presso Crossquare – la cafeteria di Cittadellarte
dalle 21.00 alle 01.00 presso il cortile di Cittadellarte
dalle 01.00 in poi la festa continua presso HYDRO (ingresso libero con tessera ARCI)
LECTIO PLURALIS: PROGETTARE E IMPARARE L'INNOVAZIONE SOCIALE
Con Laura Milani, SocialFare, Annibale D’Elia
E con Hydro, Studio Superfluo, Cripta747, Bunker Torino, BIG Picture Learning, BI Young, Caritas-progetti migranti, Let Eat Bi, Giornata dell’Arte, e altri testimonial dell'innovazione sociale.
Moderatori: Paolo Naldini, Valeria Cantoni, Michele Cerruti But
Una giornata di studi, uno spazio di dialogo orizzontale, una lectio pluralis dove alcuni protagonisti dei processi di innovazione e studiosi dibattono e si confrontano con esperienze di grande impatto sociale a cavallo tra design, arte e territorio.
Come si insegna l’innovazione sociale? Come si formano gli innovatori sociali? Che impatto reale hanno sulla società i processi che generiamo? Come si attivano processi di innovazione inclusivi e non settari? Cosa possiamo imparare dalle esperienze di innovazione?
L’incontro si muove attraverso queste domande, puntando l’attenzione su tre declinazioni dell’innovazione sociale: l’educazione, l’impatto sociale e l’inclusione. Per ciascuna, si tenterà di aprire delle visioni e un quadro di discussione. Ai testimonial di innovazione sociale che interverranno sarà chiesto di condividere la loro esperienza attraverso un approccio critico teso a generare domande e questioni che saranno riprese e ridefinite dai discussant Laura Milani, SocialFare, Annibale D’Elia.
Obiettivo dell’incontro è l’apertura di un dibattito orizzontale sull’Innovazione Sociale. Il dialogo e la capacità di porre domande, aspetti fondanti della giornata, rappresentano anche il modello di apprendimento del corso in SID che Cittadellarte sta progettando insieme a IAAD. Contenuti, temi, direzioni sono il frutto di un continuo dialogo con le pratiche dell’Innovazione Sociale.
Mostra a cura di Ufficio Arte_Cittadellarte
La mostra vede quindi esposti insieme due percorsi interconnessi tra loro: le Geografie della trasformazione, un’istallazione che costituisce uno dei dispositivi attivi del progetto, avviato da Cittadellarte nel 2002, finalizzato a rendere visibile e attivare una rete di organizzazioni, una nuova geografia di luoghi il cui spirito è indirizzato alla trasformazione responsabile dei sistemi sociali e i Volti del Cambiamento, una esibizione fotografica e documentaristica dei volti delle singole persone che si stanno già adoperando per una trasformazione sostenibile ed etica della nostra società, in particolare focalizzata sul territorio biellese.
Installazione a cura di Ufficio Arte_Cittadellarte nell'ambito delle Terme Culturali
Dal mese di luglio 2016 le Terme Culturali si dotano anche di un nuovo spazio in cui vivere un’esperienza di ascolto e profonda riflessione: l’Amacarium.
I coloni spagnoli notarono l’uso dell’amaca da parte dei nativi d’America, in particolare nei Caraibi, durante il periodo di conquista del Continente. La parola nasce da arawakan, che nella lingua di Haiti significa “rete da pesca”. All’inizio, infatti, le amache erano intrecciate con cortecce d’albero ma successivamente il materiale fu sostituito con la fibra di agave perché più abbondante nella zona. L’agave ha proprietà antibatteriche ed è utile nell’allontanare serpenti e insetti nocivi per l’uomo; per questo motivo amaca divenne sinonimo di “luogo protetto”.
Lo stesso significato ha l’etimologia persiana del termine paradiso; si stabilisce così una connessione diretta e forte tra la vision del Terzo Paradiso e l’installazione centrale delle Terme Culturali nel cuore di Cittadellarte: uno spazio protetto, oggetto di attenzione e cura, di progetto e investimento di valori, un luogo dove conoscersi e riconoscersi, dove abitare nel presente con massima consapevolezza e presenza. Mentre i visitatori abbandonano gradualmente il corpo al gioco della sospensione dell’amaca, al senso della gravità che tutto attira e accoglie, uniformando ogni esistenza a una grande legge che tiene e tende alla terra (madre), mediatori delle Terme Culturali leggono testi e narrazioni su Cittadellarte, sui concetti di demopraxia e trinamica; la luce soffusa e un sottofondo musicale creano un’atmosfera che favorisce l’ascolto e la riflessione. La neurologia insegna quello che il senso comune ha sempre saputo: mantenere uno spirito curioso, pronto a interessarsi, disposto a stupirsi, disponibile a sperimentare per conoscere e a conoscere per giudicare, tutto questo mantiene e sviluppa il nostro spirito e la nostra intelligenza.
L’Amacarium è dunque una palestra in cui esercitare le proprie facoltà di riflessione, sensibilità e analisi, dedicandosi alla cura di se stessi come principio per la cura del mondo (parafrasando la celebre frase di Gandhi).
Progetto a cura di Savina Tarsitano
I protagonisti dell’iniziativa sono bambini, ragazzi e adulti che, sotto la guida di artisti e insegnanti, esprimono la loro idea di pace su una tela delle stesse dimensioni di "Guernica" (3,5 x 7,8 metri), il capolavoro di Picasso realizzato nel 1937 per protestare contro il bombardamento dell'omonima cittadina basca. Il progetto nasce nel 1995, nell'anniversario della fine della Seconda Guerra Mondiale. L’idea nacque dal professor Toshifumi Abe - Osaka Women’s college Giappone - e dal professor Tom Anderson - Florida State University USA - grazie al sostegno di Art Japan Network.
Fino a oggi sono state realizzate più di trecento tele provenienti da tutto il mondo: Algeria, Australia, Bangladesh, Brasile, Cambogia, Canada, Cile, Corea, Giappone, India, Indonesia, Kuwait, Nepal, Papua Nuova Guinea, Sri Lanka, Stati Uniti d’America, Taiwan, Palestina, Martinica e molti altri. La collaborazione decennale dell’ambasciatrice e artista del Terzo Paradiso Savina Tarsitano e dell’ambasciatore e professor Takuya Kaneda – Otsuma Women’s University Tokyo – coordinatore internazionale di Kids' Guernica, ha portato alla nascita delle tele cooperative del Terzo Paradiso. Kaneda visiterà Cittadellarte con una delegazione giapponese durante Arte al Centro 2017; per l’occasione verrà organizzata una mostra con le tele provenienti da tutto il mondo - in vista dell'80° anniversario del bombardamento di Guernica - e un workshop a tema per realizzare una nuova tela. L'opera verrà esposta in estate a Nagasaki e Hiroshima.
I due progetti Kids' Guernica e Rebirth di Michelangelo Pistoletto si sono, così, uniti, per un messaggio di cambiamento, pace, rispetto, solidarietà e condivisione.
Installazione a cura di Ufficio Arte_Cittadellarte
Cittadellarte e Michelangelo Pistoletto portano il Simbolo del Terzo Paradiso a reinventarsi in centinaia di installazioni realizzate da comunità in tutto il mondo. Pistoletto e Cittadellarte stessi ne progettano in prima persona alcune, ma la maggior parte sono opere collettive, individuali o aperte, il cui autore è la comunità che le realizza.
Unico requisito obbligatorio richiesto da Cittadellarte è che la realizzazione del simbolo non sia fine a se stessa, ma sia parte di un progetto condiviso che preveda azioni con la comunità che fanno vivere i temi che il simbolo rappresenta.
La rete creata da Cittadellarte conta oggi più di 100 soggetti federati. Gli eventi realizzati da questa rete sono più di 500 e più di 1,5 milione le persone coinvolte.
Le attività della rete sono comunicate sui social media e sono riconosciute dalle istituzioni locali che considerano le Ambasciate Rebirth dei soggetti interlocutori a livello di attività culturali di inclusione sociale e sviluppo del territorio. Cittadellarte coordina le attività di progetto e collabora in quelle specifiche di ogni ambasciata.
Il 21 dicembre 2012 in occasione della celebrazione del Rebirth-day nasce la figura dell'Ambasciatore Rebirth - Terzo Paradiso. L'Ambasciatore rappresenta sul territorio a lui prossimo l'idea stessa del simbolo del Terzo Paradiso, assumendosi la responsabilità nella trasformazione della società nel mondo. Le Ambasciate del Terzo Paradiso/Rebirth sono una rete di progetti e istituzioni dedicate a perseguire uno sviluppo sociale e umano attraverso un profondo impegno etico. Ogni ambasciatore esercita la libertà “del fare” e si avvale della responsabilità come strumento indispensabile. Utilizzare la responsabilità individuale per arrivare a quella collettiva è la base per creare una nuova realtà sociale.
Installazione a cura di Ufficio Arte_Cittadellarte
Museo del Presente
Partecipare ai Forum e ai Cantieri Rebirth significa poter agire direttamente nella vita pubblica, immaginando e realizzando azioni condivise che affrontano problematiche concrete per gli abitanti. In questo modo, si passa di fatto dalla democrazia come situazione, alla demopraxia come attività diretta. Si sostituisce alla nozione di potere (cratòs) quella di fare, praxis. Lo spazio che separa il rappresentato dal rappresentante (che si è reso necessario ancor più con la crescita delle organizzazioni civili moderne, ma già era presente nell’Atene del V secolo) diventa uno spazio civile in cui entrambi si incontrano secondo nuove modalità di rapportarsi gli uni agli altri e di agire. Non si rivendica il potere in una contrapposizione, ma lo si esercita nell’azione quotidiana e in prima persona,attraverso modalità di condivisione e confronto.
Il cantiere demopratico pone le condizioni per cui i partecipanti, terminato il forum in cui si sono definiti programmi di azione, portino quotidianamente le decisioni all’interno delle organizzazioni a cui fanno riferimento.
Cittadellarte avvia attraverso la rete dei Forum e Cantieri Rebirth un ampio programma di sperimentazione concreta di una profonda innovazione sociale in cui Arte e Politica si incontrano in stretta relazione alle specificità e ai potenziali dei differenti contesti sociali.
Le prime opere di Michelangelo Pistoletto e la ricerca sull'autoritratto
Con un autoritratto Pistoletto inizia la sua attività espositiva, nel 1955, presso il Circolo degli Artisti di Torino, dove il padre presentava abitualmente i propri lavori. Tra il 1956 e il 1958 dipinge autoritratti di grandi dimensioni, fra l'astratto e il materico, in cui il viso occupa l'intera superficie della tela. In questo periodo Pistoletto affitta una soffitta in via Bava a Torino per dipingere e si concentra sullo studio di artisti contemporanei, soprattutto sulla necessità di trovare una risposta personale alle questioni esistenziali che vede espresse nelle diverse correnti artistiche. Nel 1957 realizza due autoritratti, Sacerdote e Il santo, sempre di grandi dimensioni, ma in cui il volto non occupa più tutta la tela e che presentano evidenti riferimenti all’iconografia cristiana.
Negli autoritratti del 1958 i soggetti sono dipinti a figura intera e dimensioni reali. Il rapporto del soggetto con lo spazio circostante porta l'artista a confrontarsi con la realizzazione del fondo; nello stesso anno Pistoletto ha il suo primo contratto con una galleria, la Galatea di Torino.
Nel 1960 dipinge alcuni autoritratti in cui si raffigura a dimensioni reali, sempre più immobile e inespressivo, come un prototipo di comune essere umano, su fondi monocromi in oro, argento e rame. L'anno seguente su una tela dipinta di nero stende uno spesso strato di vernice trasparente e apprestatosi a dipingervi il suo volto, si accorge improvvisamente di potersi specchiare direttamente sulla tela, senza più bisogno di usare uno specchio per osservarsi. “L'uomo dipinto”, commenta Pistoletto, “veniva avanti come vivo nello spazio vivo dell'ambiente, ma il vero protagonista era il rapporto di istantaneità che si creava tra lo spettatore, il suo riflesso e la figura dipinta, in un movimento sempre “presente” che concentrava in sé il passato e il futuro tanto da far dubitare della loro esistenza: era la dimensione del tempo”. L'opera è del 1961 e la vernice nera lucida è il punto di svolta: l'anno successivo Pistoletto realizza i primi Quadri Specchianti.
UNIDEE - Università delle Idee in collaborazione con Inlaks Shivdasani Foundation.
Sala Unidee
Murari Jha (1988, Bihar/India) è un giovane artista indiano la cui pratica si basa sulla performance, sull’esplorazione delle politiche del corpo e delle possibilità di abitare lo spazio secondo narrative personali e collettive. I suoi lavori sono spesso immateriali, azioni di lunga durata che implicano l’uso del suo corpo all’interno di spazi riconfigurati attraverso la propria azione nel corso del tempo.
Il suo progetto di ricerca, presentato in occasione della XX edizione di "Arte al Centro", consiste negli oggetti, risultati ed effetti nello spazio prodotti da una performance suddivisa in due momenti. Il primo momento è stato dilatato nel corso di dieci giorni in cui Jha ha vissuto all’interno del suo atelier; il secondo invece si è concentrato in tre giorni consecutivi in una piccola stanza.
Sperimentazioni tra Arte, Educazione e Politica
mostra a cura di Silvia Franceschini
Sala Unidee
dal 23 giugno al 31 dicembre 2017
Diversi per scala, geografia e specificità dei contesti locali, gli esperimenti educativi in mostra sfruttano il potere dell’arte di immaginare nuovi scenari in cui operare secondo quelle che la filosofa Donna Haraway definisce politiche delle affinità, utilizzando la teatralità, la performance, la collaborazione e allo stesso tempo l’antagonismo come possibili forme di dialogo e di negoziazione. Secondo Haraway, un’organizzazione politica per affinità è un organismo in grado di riconoscere identità permanentemente parziali e punti di vista contraddittori. Questo rende l'affinità un modello adatto ad una pedagogia basata sulla partecipazione consapevole e sulla scelta di strategie condivise.
In mostra: Pavel Althamer e Artur Zmijewski con The School of Image and Evidence per The School of Kyiv. Kyiv Biennial 2015 (Kiev), The School of Engaged Art di Chto Delat (San Pietroburgo), La Ivan Illich di Beta Local (San Juan), SPEAP SciencesPo Programme d’Expérimentation en Arts et Politique con un film di David Bornstein (Parigi), Subtramas (Madrid).
All’interno del percorso espositivo, uno spazio disegnato da Mattia Paco Rizzi raccoglie libri e materiali provenienti da diversi programmi pedagogici internazionali a disposizione del pubblico e dei residenti.
Politics of Affinities è un progetto di ricerca che parte dall’omonima pubblicazione composta da conversazioni con (tra gli altri): Jesús Carrillo, Vasyl Cherepanyn, Bruno Latour con Frédérique Aït-Touati e Donato Ricci e i collettivi Beta-Local e Chto Delat. La ricerca si situa all’interno di un’indagine a lungo termine avviata da Cittadellarte a partire dal 2014, che ha visto importanti momenti di confronto come il workshop Socially engaged art practices and education in contemporary discourse e proseguita nel 2015 con la riformulazione della "storica" residenza per artisti internazionali UNIDEE-Università delle Idee in un programma di alta formazione artistica per addetti al settore e non solo, con il fine di confrontarsi con i cambiamenti in corso nel campo dell'educazione e avviare sperimentazioni nella sfera pedagogica e artistica contemporanea.
Silvia Franceschini è ricercatrice e curatrice indipendente. Nel 2015 è stata membro del team curatoriale della School of Kyiv. Kyiv Biennale 2015. È co-autrice della pubblicazione Global Tools. When Education Coincides with Life, dedicata all’omonimo programma di educazione sperimentale (Archive Books, 2016). Attualmente sta conducendo un dottorato di ricerca presso il Politecnico di Milano ed è parte del laboratorio curatoriale SYNAPSE presso la Haus der Kulturen der Welt di Berlino. I suoi progetti curatoriali includono: Time of Reasonable Doubts (5th Moscow International Biennale for Young Artists, Mosca, 2016); Sources Go Dark (Futura Centre for Contemporary Art, Praga, 2015); Global Tools 1973-1975: Towards an Ecology of Design (SALT, Istanbul, 2014); The Way of Enthusiasts (Casa dei Trei Oci, V-A-C Foundation, 13th Biennale di Architettura, Venezia, 2012).
Mostra del Laboratorio di autocostruzione condotto da Mattia Paco Rizzi
A cura di Cecilia Guida e Juan Sandoval
Programma "Residenza Connettiva"
Progetto in collaborazione con la cooperativa sociale Tantintenti di Biella
Con la partecipazione di Malik Agachi e Yousuf Karim (CUCULA)
Sala delle Colonne
dal 23 Giugno 2017 al 31 Dicembre 2017
Il Laboratorio è stato indirizzato a rifugiati e richiedenti asilo, provenienti principalmente dal Nord Africa e dal Medio Oriente, ospitati nella cooperativa Tantintenti di Biella, e a giovani residenti nel territorio. L’idea alla base del workshop era di dare loro la possibilità di comprendere e sviluppare, attraverso un approccio artistico, le diverse fasi che compongono la metodologia progettuale di un oggetto di design (ideazione, prototipo, realizzazione, commercializzazione e vendita), al fine di disegnare e costruire “con le loro stesse mani” i propri mobili (sedie, tavoli, librerie, scaffali etc) con il semplice utilizzo di colla, chiodi e tavole di legno. Pensare “con le proprie mani” per rendere i propri pensieri più chiari, offrire un'opportunità di formazione con gli strumenti dell'arte, stimolare la conoscenza dell'altro attraverso un fare specifico e comune sono stati gli obiettivi principali del Laboratorio.
“Durante questa esperienza, considerando anche la sua breve durata, ho cercato di trasmettere un'attitudine trasversale rispetto al progetto, più che un mero elenco di nozioni legate alla falegnameria. Trovare e seguire il filo conduttore che unisce l’idea alla sua realizzazione, attraverso tutte le diverse fasi, senza perderne di vista il significato. Onorare la propria fantasia e trasformare le criticità in punti di forza.”
Mattia Paco Rizzi
Il progetto è ispirato, ma con delle differenze, all’esperienza di “CUCULA – The Refugees Company for Crafts and Design”, società di design nata a Berlino nel 2013 su iniziativa del designer Sebastian Däschle e dell’organizzazione “JugendKunst - und Kulturhaus Schlesische 27”, con l'obiettivo di creare insieme a un gruppo di migranti e richiedenti asilo una proposta concreta di una “differente realtà”, che permetta loro di sfuggire al circolo vizioso della necessità di possedere un permesso di soggiorno per ottenere un permesso di lavoro.
www.cucula.org
Mattia Paco Rizzi è l’architetto artista invitato per la terza edizione della “Residenza Connettiva”, programma residenziale rivolto ad artisti internazionali con l’obiettivo di generare connessioni tra le pratiche degli artisti ospiti e i progetti sviluppati da Cittadellarte in stretta collaborazione con le associazioni locali.
www.mattiapacorizzi.com
La Residenza Connettiva è un programma residenziale nato nel 2015 della durata di sei mesi rivolto ad artisti internazionali, con l’obiettivo stimolare e generare connessioni tra le ricerche e le pratiche degli artisti ospiti e i progetti sviluppati dagli Uffici di Cittadellarte.
www.cittadellarte.it/unidee
Ufficio Stampa Cittadellarte - Fondazione Pistoletto
Margherita Cugini | m.cugini@cittadellarte.it | +39.349.6031888